L'Amico del Popolo digitale

35 L’Amico del Popolo 21 maggio 2015 - N. 20 Testatina L’Amico del Popolo Cultura & Spettacoli filò ...sofando La differenza che ci rende umani «La rimozione della differenza è il problema» Lui. La differenza tra uomo e donna? Lei. Sì, è di quella che ha parlato papa Francesco in una recente udienza. Dicendo, appunto, che non va rimossa». Lui. Dunque anche il papa pensa che siamo uomini e donne, e non è d’accordo sulla «teoria del gender». Lei. Papa Francesco ricorda il tema della creazione dell’essere umano «a immagine e somiglianza» di Dio, e il versetto «maschio e femmina li creò», affermando fra l’altro: «Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio». Lui. Ma allora è particolarmente difficile per un cri- stiano aderire all’ideologia «gender», secondo la quale ciascuno può scegliere se essere maschio o femmina o di genere indistinto, indipendentemente dalla confor- mazione anatomica. Lei. Il papa sostiene che questa prospettiva non è progresso per l’uomo, ma piuttosto «un passo indie- tro». E che educare alla non-differenza sessuale non è affatto un bene. Lui. Occorre che lo dica il papa? Mi sembra un’e- videnza per tutti, che siamo maschi e femmine: non distinguiamo da sempre madre e padre? anzi, non veniamo tutti all’esistenza dall’unione del maschile e del femminile? Lei. Sai, è lunga la storia della discriminazione re- lativa al sesso, patita dalle donne. Lui. Ma è un buon motivo per negare la differenza? Lei. No, è solo un incentivo a volerla dimenticare. Ma c’è dell’altro, e riguarda la definizione di «maschile» e «femminile»: anche in questo caso, nella definizione di ruoli, atteggiamenti etc. socialmente accettabili le donne si sono sentite «ingabbiate». Lui. E questo giustifica la «rimozione della diffe- renza»? Lei. Evidentemente, no. Temo che quel libero auto- costruirsi uomo o donna (o altro), che implica la rimo- zione della differenza, venga dalla «rimozione» di Dio: se l’uomo non è creato da Dio, ma si auto-crea, allora è padrone della vita e della morte, è padrone di appar- tenere a un genere o a un altro, e di inventarlo, anche. Lui. Ma così l’uomo si libera, si emancipa? Lei. Si acceca, direi. E nel buio della in-differenza, soffre. Questa settimana in provincia... venerdì 22 maggio Belluno: riflessione intorno all’arte nel 1915 con il prof. Renzo Barbazza. Istituto Da Vinci, ore 17.30. Belluno: presentazione di «Oceano» con Francesco Vi- dotto. Libreria Tarantola, sede di via Roma, ore 18. Belluno: presentazione del libro «I racconti di Villaplu- via» di Giovanni Larese. Sede Colophonarte, ore 18. Belluno: nell’ambito di «Maggio dei libri», conferenza del professor Carlo Mondini «Archeologia bellunese: la preistoria». Centro Giovanni XXIII, ore 18. Belluno: «Industria: quale futuro nella nostra provincia» incontro con M. Nocivelli, M. Aracri, M. Faggioli e L. Barbini. Centro Giovanni XXIII, ore 18. Feltre: «Ta Italakia» concerto di beneficenza per sostene- re il reparto di rianimazione di Feltre. Auditorium Canossiano, ore 20.45. Info: 349 3449478. Feltre: concerto dell’orchestra San Marco di Pordenone. Teatro La Sena, ore 21. Info: 0439 885257. Limana: «Relazioni solidali. Per crescere un bimbo ci vuole un intero villaggio», incontro con la dottoressa Fabiana Guardi. Sala Comunale, ore 20,30. Limana: prosegue la mostra di opere di Samantha Sop- pelsa. Gelateria Da Fiorindo, fino al 30 giugno. Pedavena: proiezione del documentario «Braghete! Bra- ghete! La Valbelluna agli inizi degli anni ’60». Sala Guarnieri, ore 20,30. Feltre: concerto dell’orchestra San Marco di Pordenone. Teatro La Sena, ore 21. Info: 0439 885257. Limana: «Relazioni solidali. Per crescere un bimbo ci vuole un intero villaggio», incontro con la dottoressa Fabiana Guardi. Sala Comunale, ore 20,30. Pedavena: proiezione del documentario «Braghete! Bra- ghete! La Valbelluna agli inizi degli anni ’60». Sala Guarnieri, ore 20,30. Pieve di Cadore: nell’ambito delle manifestazioni sulla Grande Guerra, «I fronti dell’inutile strage» incontro con Alessio Perin. Auditorium Cos.Mo, ore 18. Pieve di Cadore: «La nostra origine ladina» incontro con Vittore Doro. Sede Rsa Marmarole, ore 16. Ponte nelle Alpi: per la rassegna «Towanda», pro- iezione del film-documentario «Sesso, amore e disabilità»Biblioteca Civica, ore 20,30. Santo Stefano di Cadore: «Dal bosco al legno», presentazio- ne dei risultati del progetto di cooperazione transna- zionale realizzato con il Parc Naturel Réegional du Haut-Jura. Sala Convegni Unione Montana, ore 10. Sappada: spettacolo teatrale «L’eredità» con il gruppo teatrale «I Comelianti». Museo Etnografico, ore 21. Sedico: presentazione del libro «Vite in cammino» di Loredana Borghetto. Palazzo dei Servizi, ore 18.30. Sedico: prosegue la mostra d’arte contemporanea «Pa- gine Resistenti» di Guglielmo Costanzo, Renato De Santi, Roberto Sgarbossa. Villa Patt, fino al 28/06. sabato 23 maggio Agordo: «Avventure Verticali», alpinismo dalla Pata- gonia alla Groenlandia, incontro con Matteo della Bordella dei ragni di Lecco. Auditorium, ore 20.30. Agordo: «Il vetro nella protostoria: il contributo delle indagini archeometriche agli studi di produzione e provenienza» conferenza con Gabriele Bernardi. Sala Luciani della Parrocchia, ore 20.30. Belluno: concerto medidativo con l’ensemble vocale e strumentale «Calycanthus Concentus» diretto Raf- faella Benori. Santuario del Nevegàl, ore 20.45. Mel: per la rassegna «Maggio teatrale Zumellese», spet- tacolo teatrale «La bella statuina» con la compagnia «Se Queris» dell’Alpago. Palestra comunale, ore 21. Ponte nelle Alpi: nell’ambito di «Orizzonti d’arte: Voci e colori di Arsiè», conferenza stampa «La pace». Ex Latteria in località Arsiè, ore 11. Sedico: visita guidata a Villa Patt e al Museo Storico del 7° Reggimento Alpini, «Il Piave prima e dopo la Grande Guerra» convegno con Antonio Rusconi e letture di Pino Costalunga con accompagnamento musicale. Villa Patt, dalle ore 16.30. domenica 24 maggio Belluno: nell’ambito della manifestazione «Il gusto dell’altro», «L’Italia ripudia la guerra» spettacolo di poesia, musica, canzoni a cura di Verba Volant. Giardinetto Sottocastello, ore 18. Feltre: concerto d’organo con l’organista Simone Vebber. Chiesa di San Giacomo, ore 20.45. Pieve di Cadore: presentazione del volume «I monumenti urbani ai soldati cadorini» di Emanuele D’Andrea. Forte di Monte Ricco, ore 17. Santa Giustina: spettacolo teatrale «La casa di Bernarda Alba» con la compagnia «Las Palabras mujeres». Sala Parrocchiale, ore 21. SEGUE A PAG. 37 storie della grande guerra Il primo caduto sul fronte dolomitico Era di Sospirolo il primo militare italiano ucciso già il 24 maggio del 1915 A 100 anni di distanza dall’inizio della Grande Guerra sembrerebbero per- manere ancora alcuni dubbi sui nomi e sulle circostanze dei primi caduti sul tratto di fronte compreso tra Monte Piana e la Croda Rossa. In un nostro precedente arti- colo, dedicato alla prime operazioni all’ombra delle Tre Cime, avevamo citato anche la testimonianza ri- lasciata ad Antonio Berti da un ufficiale, il S. Ten. Vin- cenzo Dapino (1891 - 1957), del 7° Alpini, poi divenuto generale e figura di spic- co della resistenza contro i nazisti nella battaglia di Montelungo del dicembre 1943. Questi ricordava te- stualmente come «alle 9.30 precise si ode lontano, in direzione del Rautkofel, un colpo di cannone in bianco, poi un secondo seguito da un sibilo acuto e da uno scoppio sulla Forc. Col di Mezzo. Era la guerra, che gli austriaci ci comunicavano per via aerea procurandoci i primi caduti sulla fronte cadorina: il ser- gente Bratti di Longarone e il soldato De Mario di Costa- lissoio, ambedue della 67a». In verità, a parte il fatto che il primo colpo arrivò, se- condo altre testimonianze, un’ora prima, non sembra che il destino del sergente Bratti possa essere acco- munato a quello del solda- to Luigi De Mario. Questi infatti infatti, originario di Costalissoio, rimase colpito dalla granata austriaca a Forcella Col di Mezzo assie- me al sospirolese Beniamino Apigalli, sergente della 67ª compagnia del battaglione «Pieve di Cadore». A quest’ultimo è dedicata una targa collocata sul mo- numento ai caduti all’inter- no del cimitero di Sospirolo per iniziativa di Giorgio Tosato, noto studioso della Grande Guerra e in passato anche capogruppo di mino- ranza in consiglio comunale, su progetto degli architetti Barbara Miot e Caterina Dal Mas. Tutto questo in perfetta sintonia con l’Albo d’Oro dei Caduti, dove Beniami- no Apigalli, figlio di Marco, Sergente del 7° Regg. Alpi- ni, nato il 23 novembre 1892 a Sospirolo, figura morto il 24 maggio 1915 alle Tre Ci- me per «ferite riportate in combattimento». Tosato sottolineava come da tempo gli alpini stessero lavorando per rinforzare le posizioni di confine e quella mattina, sotto un cielo sere- no, procedevano tranquilli come sempre nei lavori loro assegnati, senza sapere che a mezzanotte del giorno 23 maggio avevano avuto inizio le ostilità contro l’Austria- Ungheria. Il cannone Sko- da M75/96 di monte Rudo (Rautkofel) alle 10 sparò due proiettili contro il Pope- na e Forcella Col di Mezzo, dove gli artiglieri austriaci avevano notato movimenti nemici, e il secondo colpo centrò in pieno i due alpini provocandone la morte. Concordava, ma solo in parte, con questo raccon- to, quello fatto alcuni anni prima da Albino Capretta (Monte Piana), secondo il quale però la bomba arrivò alle 8.30 e le due vittime erano in quel momento im- pegnate nei lavori di com- pletamento della strada car- reggiabile Misurina - Monte Piana. Fermo restando però che la tesi oggi più accreditata sul luogo del primo sacri- ficio è senz’altro quella di Forcella Col di Mezzo e non M. Piana, va detto pure che c’è un’altra targa, collocata sulla scalinata della chieset- ta della Madonna di Monte Piana, che cita un Vincenzo Bratti, di anni 25, caduto il 25 maggio 1915 e ricorda- to come «forse il primo dei 600mila caduti per la Pa- tria». Ci troveremmo quindi di fronte a due errori: quello del Ten. Dapino che con- fonde Bratti con Apigalli, e quello della targa sulla sca- linata che vorrebbe come primo caduto una vittima del secondo giorno di guer- ra. Consultando l’Albo d’Oro dei Caduti si trova addirit- tura che questo Vincenzo Bratti, figlio di Pietro, nato a Longarone il 7 gennaio 1890, soldato del 7° Regg. Alpini, morì il 27 maggio, il quarto giorno di guerra, nei pressi delle Tre Cime in seguito a ferite riportate in combattimento. Egli era dunque soldato e non ser- gente, per cui anche questo spiegherebbe l’equivoco in cui cadde il S. Ten. Dapino tra Bratti e Apigalli, che sergente era davvero. Nessun dubbio invece per l’altro caduto delle prime ore di guerra, Luigi De Mario, figlio di Luigi, soldato del 7° Regg. Alpini, nato il 26 settembre 1891 a S. Stefano e morto il 24 maggio 1915 ad Auronzo per ferite riporta- te in combattimento. Il fatto che i documenti depongano per il suo ricovero in uno dei tre ospedaletti militari di Auronzo e quindi per una sua morte non immediata, sembrerebbe lasciare all’A- pigalli l’onore di essere stato il primo caduto in assoluto sulle Dolomiti di Auronzo. Siffatta querelle può an- che sembrare noiosa e in- generosa, in quanto viene a discettare su uomini che, a poche ore di distanza uno dall’altro, versarono la lo- ro giovane vita alla Patria e a cui noi oggi vogliamo tributare lo stesso, identico omaggio, senza classifiche o distinzioni di sorta. La storia però richiede, per la sua stessa logica, chiarezza in ogni particola- re e a un secolo di distanza si constata paradossalmen- te come essa abbia ancora qualcosa da precisare. E a beneficiarne, oltre che la verità stessa dei fatti, è la memoria stessa di questi protagonisti, ridivenuti in qualche modo attori vivi sul palcoscenico del nostro interesse, qualcosa di più insomma che semplici no- mi per posteri frettolosi e distratti. Walter Musizza Giovanni De Donà Beniamino Apigalli di Sospirolo, primo caduto 24 maggio 1915.

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