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Nuovi scenari per la montagna

Lunedì 31 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di revisione costituzionale che reca disposizioni «per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della Parte seconda della Costituzione».
Nella revisione del Titolo V viene sancita l’eliminazione delle Province e si prevede il superamento dell’attuale frammentazione del riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni che in questi anni ha contributo ad alimentare un rilevante contenzioso. In pratica si dispone una notevole diminuzione delle competenze legislative regionali con l’eliminazione delle materie "concorrenti" e la conseguente ridefinizione delle competenze "esclusive" dello Stato e di quelle "residuali" delle Regioni. Inoltre si prevede l’introduzione di una "clausola di supremazia", in base alla quale la legge statale può intervenire su materie o funzioni che non sono di competenza legislativa esclusiva dello Stato, se lo richiede l’interesse nazionale.
Per l’accresciuto ruolo legislativo che si vuole assegnare allo Stato e anche per il fatto che è indicata come sua competenza esclusiva l’ordinamento degli enti di area vasta (quelli che dovrebbero prendere il posto delle Province nella gestione del territorio), è evidente che ora l’impegno degli amministratori del Bellunese deve essere rivolto fortemente anche a Roma, oltre che a Venezia, perché venga effettivamente prevista la possibilità dell’istituzione di "enti di area vasta della montagna" e perché a questi possano venire riconosciute le competenze e le risorse necessarie per il governo del loro territorio.
La riforma in discussione già prevede che lo Stato possa delegare alle Regioni, anche su richiesta delle stesse, l’esercizio della potestà legislativa in materie di competenza statale esclusiva. Una possibilità su cui bisognerà lavorare, cercando che venga specificata nel modo migliore possibile in modo da garantire poi la sua effettiva realizzazione, non solo a beneficio delle Regioni, ma anche a parte dei loro territori.
A questo scopo è certamente importante che si dia anche attuazione quanto prima alla specificità già prevista da oltre 2 anni dallo statuto regionale per la provincia di Belluno. Sarebbe un modo concreto ed efficace per evidenziare nei fatti l’esistenza di realtà territoriali particolari e l’esigenza di prevederne la necessaria tutela.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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