Con lo sviluppo della viticoltura e della frutticoltura ad alto reddito in tutto il Nordest, le grandi imprese si muovono alla ricerca di nuovi terreni da mettere a coltura con impianti di tipo intensivo e sono sempre più frequenti coloro che propongono ai proprietari fondiari del Bellunese la vendita dei propri terreni, anche a prezzi elevati, per farne vigneti o frutteti di tipo industriale. È la legge del libero mercato, si può dire, ma se si vuole conservare un territorio con un elevato valore ambientale, come è quello della nostra provincia, bisogna pensare a politiche che creino le condizioni affinché i terreni portino lavoro e guadagno ai singoli proprietari. Lamentarsi perché ci portano via i terreni è inutile. Serve invece pensare di avviare un progetto di valorizzazione dei terreni con i piccoli proprietari fondiari, convincendoli a mantenere la proprietà per poterne avere una rendita. E per questo ora c’è anche la formidabile occasione dei fondi europei. A patto però che la Regione Veneto preveda e finanzi nel suo programma di sviluppo rurale gli incentivi previsti per le piccole aziende agricole. Dalle prime indicazioni non sembra che le notizie in questo senso siano molto positive. Per questo è necessario esercitare tutta la pressione possibile.