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Provincia, al voto il 28 settembre

Il giorno X è stato fissato: si terrà in tutt’Italia domenica 28 settembre, in un’unica tornata, l’elezione di secondo grado degli organi della Provincia: presidente e consiglio provinciale. Settecentoventotto gli elettori coinvolti nel Bellunese: sono 66 sindaci, un commissario prefettizio (San Vito di Cadore), 661 consiglieri comunali.
A palazzo Piloni, sede della nuova Provincia, scatta dunque il conto alla rovescia. Entro il 19 agosto vanno convocati i comizi elettorali, il 7 settembre dalle ore 8 alle 20 e l’8 settembre dalle ore 8 alle 12 vanno presentate le candidature a presidente e le liste di candidati (sono 10 i consiglieri provinciali da eleggere), infine l’ultima domenica del mese l’«election day» dalle 8 alle 20.
Come ha già spiegato «L’Amico del Popolo» n. 26, le elezioni si svolgono con «voto ponderato». In altri termini, il voto di ciascun elettore non segue il principio «una testa, un voto», ma pesa in rapporto alla fascia demografica del Comune di appartenenza. Nel caso bellunese cinque sono le fasce demografiche considerate: fino a 3.000 abitanti, fino a 5.000 abitanti, fino a 10.000 abitanti, fino a 30.000 abitanti, fino a 100.000 abitanti. Il voto di ciascun elettore, dice la legge 56, conosciuta anche come legge Delrio, è pesato con un indice, che si chiama appunto voto ponderato individuale, pari al «risultato della divisione del valore percentuale determinato per ciascuna fascia demografica per il numero complessivo dei sindaci e dei consiglieri appartenenti alla medesima fascia demografica, moltiplicato per 1.000». Un meccanismo complesso, che la matematica comunque mette in ordine.
Adesso, la palla è in campo aperto. Si tratta di mettere a punto accordi, politici e territoriali, in grado di far partire con il piede giusto la nuova Provincia «montana alpina», con le competenze rafforzate che la legge immagina, benché per ora senza ...portafoglio.
Sulla futura operatività dell’ente, se non seguiranno risorse finanziarie adeguate, è giusto nutrire forti preoccupazioni. Da più parti, a livello nazionale, lo si sta sottolineando, chiedendo al Governo di non fare orecchie da mercante.
Si è innanzitutto in attesa del decreto del presidente del Consiglio dei ministri «per l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle Province agli enti subentranti», ossia Regione e Comuni, ferme restando le «funzioni fondamentali» che resteranno in capo alla Provincia.
Poi serve interrogarsi su come promuovere davvero quel «governo di area vasta», che non può essere assicurato dalla Regione in quanto tale né dalle forme associative dei Comuni. L’idea riformatrice di «rendere semplice» l’Italia, che il governo Renzi cerca di perseguire con la cancellazione dalla Costituzione della parola "Provincia", non può trascurare questo nodo, attorno al quale si gioca il futuro dei territori.
Molti addetti ai lavori parlano di una sfida culturale da affrontare e (possibilmente) vincere: «La legge Delrio», osservano, «ai sindaci e ai consiglieri comunali di diverse comunità, anche se, fisiologicamente, di diversa estrazione politica, chiede di trovare un terreno di convergenza per individuare interessi e linee di azione comuni su una scala territoriale più ampia dei rispettivi territori di riferimento». A livello comunale ci si muove infatti in un ambito «di prossimità», a livello intermedio tra Comuni e Regione in un perimetro «vasto»: nella realtà bellunese quello dell’unica provincia montana del Veneto, tout court.
Ora, taluno teme perfino l’impossibilità, da parte delle stesse persone, di declinare contemporaneamente (e non solo per ragioni di tempistica) le due prospettive: l’ottica di ambito comunale e l’ottica di area vasta. Graziano Delrio, l’ideatore della legge che porta il suo nome disegnando le Città metropolitane e le nuove Province, respinge l’obiezione al mittente. In un’incandescente assemblea in Sala De Luca a Belluno («L’Amico del Popolo» n. 50/2013), ai sindaci presenti Delrio lo aveva chiarito da «ex collega» che parlava ai colleghi amministratori locali: «Aprite gli occhi, siete legittimati, ce la potete fare» aveva ripetuto più volte invitandoli a muoversi – consapevolmente e responsabilmente – in direzione dell’area vasta. Fra poche settimane, l’ora della verità.
Maurizio Busatta

Leggi il "taglio medio" della settimana scorsa.

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