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Contro la morte sviluppo e politiche umanitarie

«Si respira ancora morte nel Mediterraneo, mentre si avvicina l’8 luglio, giorno del primo anniversario della visita di papa Francesco a Lampedusa. I 30 morti rendono attuali le parole dell’omelia di papa Francesco a Lampedusa e le due domande bibliche che invitavano a superare l’indifferenza: ’Adamo dove sei? Caino, dov’e’ tuo fratello?’». Lo ricorda mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei a commento della tragedia consumatasi in mare nel canale di Sicilia. «Le nostre comunità non possono rimanere indifferenti, l’Europa non può dimenticare i morti che continuano. ’Mare nostrum’ è stata la prima grande risposta dell’Italia ai morti dell’ottobre dello scorso anno: ora serve un passo in avanti verso la ricerca di pace e di giustizia, progetti di sviluppo che non siano residuali nei Paesi di provenienza dei migranti forzati. Serve uno scatto di democrazia con l’attenzione ai diritti di persone che diversamente sono vittime di trafficanti, servono scelte politiche umanitarie. Ogni attesa, ogni gesto di indifferenza si trasforma irrimediabilmente in nuove tragedie di cui non possiamo non sentirci responsabili», è la conclusione del direttore della Migrantes.

Leggi il "taglio basso" della settimana scorsa.

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