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Elezioni provinciali, serve collaborazione

La legge Delrio che ha istituito le nuove Province di secondo grado ha previsto anche che il loro presidente e il loro Consiglio vengano eletti entro settembre.
In vista di questa scadenza sono cominciati anche in provincia incontri e colloqui in modo da consentire ai sindaci e ai consiglieri comunali bellunesi (ai quali la legge affida l’onore e l’onere delle elezioni) di arrivare preparati all’appuntamento (presidente potrà essere eletto solo un sindaco, mentre nel Consiglio potranno entrare pure i consiglieri comunali).
In queste settimane hanno fatto sentire la loro voce anche le organizzazioni economiche.
La Confartigianato Belluno ha promosso, insieme alla Cia (Confederazione italiana agricoltori) e al Bard il manifesto «Noi Bellunesi» invitando tutte le forze della provincia a sottoscriverlo e soprattutto ad unirsi per ottenere maggiore autonomia e risorse per il territorio, ma anche per vigilare perché le prossime elezioni provinciali «non diventino terreno di scontro tra le varie componenti politiche» e «il nuovo Governo provinciale operi scelte condivise e ridia identità al territorio dolomitico». Per questo il manifesto propone «un’assise delle rappresentanze politico, sociali, sindacali e di categoria per definire le scelte strategiche future per il territorio bellunese».
Anche il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti ha dichiarato che «è fondamentale che amministratori pubblici, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria definiscano insieme le priorità di governo per la Provincia di Belluno», con la sottolineatura che «sarà importante che tutti antepongano il bene del territorio agli interessi personali e di parte».
Un invito al dialogo, alla collaborazione, alla condivisione espresso anche da vari esponenti politici, sia da una parte che dall’altra dello schieramento politico.
Non bisogna certo farsi l’idea che si tratti di un quadro idilliaco e che non ci siano problemi o sospetti tra le varie parti della politica bellunese, anche per il timore che le proposte di unità e condivisione nascondano la volontà e il calcolo di "disarmare" l’avversario in modo da "piazzare" i propri uomini.
Come è naturale e facilmente immaginabile, non è semplice che le forze politiche riescano a dialogare lealmente e in modo costruttivo, rompendo con abitudini e comportamenti consolidati. Ma l’invito a collaborare, a fare qualcosa di nuovo è importante e va rilanciato. L’occasione è particolare, perderla sarebbe un vero peccato.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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