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I sindaci al lavoro per la nuova Provincia

Jacopo Massaro (Belluno), Paolo Perenzin (Feltre), Ennio Vigne (Santa Giustina), Stefano Cesa (Mel), Umberto Soccal (Pieve d’Alpago), Camillo De Pellegrin (Forno di Zoldo), Renzo Bortolot (Zoppè di Cadore), Daniela Larese Filon (Auronzo di Cadore), Valter Dario Todesco (Rivamonte Agordino), Leandro Grones (Livinallongo). Sono questi i dieci sindaci, rappresentanti delle varie zone del territorio bellunese e di diverse sensibilità politiche, che sono stati delegati dai colleghi primi cittadini a preparare le elezioni della nuova Provincia, trasformata dalla legge Delrio in un ente di secondo grado che avrà per presidente un sindaco e come consiglieri (per il Bellunese saranno in tutto 10) altri sindaci o anche consiglieri comunali.
La prima iniziativa del gruppo dei 10 sindaci, affiancati da altri colleghi, è stata di chiedere lo spostamento (che è stato accordato) della consultazione elettorale dal 28 settembre, data in cui era stata fissata, al 12 ottobre. Ciò per avere più tempo per arrivare alla definizione del programma e dei candidati. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire la massima unità possibile, in modo da mettere a fattor comune le energie di tutti, vista anche la complessità dei problemi che devono essere affrontati e che rappresentano una vera e propria sfida per il futuro del territorio. Problemi ed esigenze che categorie economiche, sindacati, consiglieri regionali e parlamentari hanno richiamato ai sindaci nell’assemblea tenutasi a Belluno il 21 agosto (vedi articoli a pagina 4).
Lunedì 25 agosto i dieci sindaci designati si sono ritrovati a Belluno e hanno cominciato a mettere a fuoco i possibili contenuti del programma, lasciando a una fase successiva la predisposizione di una lista che in molti sperano possa essere unitaria.
Nella prossima riunione, prevista per venerdì 29, i sindaci cercheranno invece di precisare anche le competenze che dovranno spettare alla Provincia, al Consorzio Bim, alle Unioni montane, ai Gal per evitare sovrapposizioni e contrasti e anche per poter porre le condizioni per attuare al meglio il passaggio di competenze da Venezia a Belluno previsto dalla recente legge regionale sulla specificità della montagna e in particolare della Provincia di Belluno.

Leggi la "spalla" della settimana scorsa.

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