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Da terra di confine a zona di collegamento

Per quanto riguarda i trasporti (e la logistica) la provincia di Belluno è in una posizione invidiabile che, se ben sfruttata, le può consentire grandi risultati. È questo uno dei contenuti emersi nel corso della presentazione del convegno «Logistica e distribuzione verso il 2020. Quale evoluzione?» che Confindustria organizza venerdì 19 settembre alle 15 nella sua sede distaccata di Feltre (a Palazzo Bianco) con la partecipazione di esperti di aziende quali Luxottica, De Longhi, Calzedonia, Ovs, il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa e il coordinatore interregionale delle Dogane.
Nel presentare l’appuntamento, Sandro Da Rold, delegato di Confindustria per la logistica e la mobilità, che lo introdurrà, e Angelo De Simoi di Fedon Spa, che lo modererà, hanno insistito molto sulle potenzialità del Bellunese.
Nel settore del trasporto delle merci (ma anche delle persone) – hanno detto – ciò che conta, ciò che fa la differenza e convince le aziende ad affidarsi a questo o quel trasportatore, più che la velocità è la certezza del tempo di trasporto. E per questo aspetto la provincia di Belluno non ha nulla da invidiare a tante altre realtà perché i suoi trasportatori sono in grado di arrivare in tutta Europa negli stessi tempi in cui possono arrivarci i trasportatori di altre zone come Verona che, all’apparenza, possono apparire favorite perché collocate all’incrocio di più autostrade, ma che rispetto a Belluno hanno altri limiti, come la maggiore pericolosità sociale, elemento di non poco conto nella scelta dell’operatore a cui affidare le proprie merci.
Inoltre, hanno fatto presente Da Rold e De Simoi, il prossimo potenziamento del canale di Suez renderà ancora più strategico l’Adriatico e il porto di Venezia al quale da Belluno si accede facilmente e con certezza di tempi, senza contare che tutta l’Italia è per questo aspetto in una posizione strategica, quasi una sorta di collegamento naturale tra l’Europa del Nord e i paesi del Mediterraneo. Una posizione strategica anche quella del Bellunese di cui però bisogna diventare consapevoli e che bisogna mettersi in grado di far fruttare. Innanzitutto migliorando le infrastrutture esistenti e rendendole il più affidabili possibile (con una particolare attenzione per la parte alta della provincia e anche per la ferrovia) e poi dandosi da fare per attirare merci e persone in provincia, dimostrando l’affidabilità del sistema Belluno, che alla posizione strategica unisce anche favorevoli condizioni di contorno (come la sicurezza o il minor intasamento e inquinamento) che possono fare la differenza.
Facendo presente che in Germania il settore della logistica è il terzo datore di lavoro dopo quello delle automobili e della chimica, Da Rold e De Simoi si sono detti convinti della possibilità di crescere anche in provincia, senza farsi "mangiare" dalla concorrenza tedesca.
In questo senso per il Bellunese la sfida è certamente anche quella di riuscire a pensarsi sempre meno come terra di periferia e di confine e sempre più come zona strategica di collegamento e di unione.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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