L’Amico del Popolo.it
Info | YouTube

La sfida del futuro è unire le forze

Unire le forze, fare gioco di squadra per dare alla Provincia maggiore forza di contrattazione e riuscire quindi a guadagnare nuove risorse, ma anche nuove opportunità a livello istituzionale.
Su queste necessità sono risultati tutti concordi i 5 parlamentari e i 3 consiglieri regionali bellunesi che hanno animato il convegno «Dove va questa provincia?» proposto da Usarci e Camera di commercio sabato 20 settembre a Belluno. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco del capoluogo secondo il quale la sfida politica di fondo che si profila è proprio quella di riuscire a superare la debolezza dovuta alla frammentazione istituzionale del Bellunese. «Dobbiamo imparare a trovare un punto di sintesi per un’unica posizione provinciale da spendere all’esterno», la sua sottolineatura.
Il senatore Piccoli (Fi) ha fatto presente la necessità di mettersi in grado di affrontare la complessità connessa all’innovazione, ma anche alla ricerca dei fondi europei, alla valorizzazione delle risorse locali, al potenziamento delle infrastrutture. Ma per farlo bisogna superare il localismo, imparare a guardare fuori, ma anche a semplificare il quadro interno, riducendo il numero degli enti locali in modo che siano più grandi e più capaci.
Anche il deputato D’Incà (M5S) ha rimarcato che per il Bellunese 67 sindaci sono troppi, facendo pure presente che le divisioni politiche hanno portato gravi problemi anche perché molto spesso si è parlato più di poltrone che di programmi.
Dalla senatrice Bellot (Lega) è giunto un sì convinto a uno sviluppo unitario della provincia con la sottolineatura che fare squadra è fondamentale, «altrimenti le risorse non le portiamo a casa».
Per il deputato De Menech (Pd) «il vero problema è il salto di qualità e di coesione del territorio». Di programmi ce ne sono, di soluzioni non manchiamo – ha fatto presente – ciò che manca in questa provincia è la capacità di fare sintesi. «Dobbiamo metterci insieme per fare massa critica», ha continuato, rimarcando che è ora di finirla di continuare in un gioco delle parti per cui ognuno ributta contro gli altri la palla, mentre invece «la palla bisogna passarsela e si deve collaborare».
Per il consigliere regionale Bond (Fi) con l’approvazione della legge di attuazione della specificità c’è l’occasione di essere protagonisti in prima persona nella gestione del territorio, ma per farlo è necessario che la Provincia sia un soggetto unito.
Per il suo collega Reolon (Pd) «il problema è che non siamo capaci di governare il territorio, di assumercene la responsabilità». E per una vera governance è necessaria una grande coesione, un confronto serio e sincero, non un continuo gioco delle parti.
Per Toscani (Lega), l’altro consigliere regionale bellunese, «la ricetta è unire i Comuni in un livello di governo fondamentale» e poi è indispensabile fare gioco di squadra per ottenere qualcosa perché a Venezia e a Roma non regalano nulla.
Ogni parlamentare o ogni consigliere ha proposto anche tante altre sottolineature per dare futuro alla provincia, ma in tutti è ritornato l’invito alla collaborazione, all’unità.
Solo un auspicio politicamente corretto, utile a darsi lustro, ma senza ricadute concrete? La speranza è che non sia così. In questi anni la consapevolezza dell’importanza di unire le forze è certamente andata crescendo nel Bellunese. Ora è tempo di darle vera concretezza.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

Copyright © 2000-2019 L'Amico del Popolo S.r.l.
Piazza Piloni 11, 32100 Belluno - tel. +39 0437 940641, fax +39 0437 940661, email redazione@amicodelpopolo.it | P.Iva/C.F. 00664920253