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Gravi danni provocati dalla pioggia

In alcune località della provincia la quantità di pioggia caduta in tre giorni, dal 4 al 6 novembre, è risultata la maggiore da 100 anni a questa parte (i 586,6 millimetri registrati a Soffranco rappresentano il terzo valore più alto per il Veneto, dopo i 608 del Cansiglio del 3–5 novembre 1966 e i 595 di Pian delle Fugazze del 26–28 ottobre 1953). Una quantità di pioggia che, sommata anche a quella caduta successivamente, ha provocato tante e pesanti conseguenze: dagli allagamenti registrati a Cesana di Lentiai, a ridosso del lago di Busche, ai danni alla rete idrica, alle frane e agli smottamenti che hanno causato numerose interruzioni stradali, isolando anche una frazione in Comune di Gosaldo, costringendo a lasciare le loro case per qualche ora una ventina di persone a Villaga di Feltre e ad evacuare una famiglia a Masarè di Cibiana.
Le conseguenze più pesanti sono state certamente registrate in Comelico dove la strada statale Carnica è ancora chiusa a motivo di una frana caduta tra la galleria Comelico e Santo Stefano. Il disagio per l’interruzione del collegamento principale della vallata è solo parzialmente attenuato dall’apertura di una strada alternativa perché può essere percorsa solo a senso unico alternato e solo da mezzi leggeri. E a questa situazione difficile, che costringe ogni giorno numerosi lavoratori e studenti a itinerari molto più lunghi del solito, nel fine settimana si è aggiunto anche il cedimento di un tornante della strada provinciale tra Danta e Campitello che ha ridotto ancora le possibilità di movimento nel comprensorio comeliano.
Da parte dei politici, degli amministratori e anche delle categorie economiche è stata sottolineata la necessità di non limitarsi solo a interventi "tampone" e di procedere invece alla costruzione delle opere che possano finalmente rendere più sicura la viabilità della montagna bellunese.
Perché ciò sia possibile c’è però da superare il problema del reperimento delle risorse. Un problema vero, ma che non deve costituire un alibi, in particolare per la Regione e per lo Stato. I soldi vanno trovati e messi presto a disposizione perché si tratta di una priorità circa la stessa possibilità di vivere in montagna.

Leggi la "spalla" della settimana scorsa.

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