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Da Bolzano e Venezia ci aspettiamo di più

A nome del Comitato referendario di Voltago e della Federazione tra le Unioni culturali dei ladini dolomitici del Veneto (vedi articolo a pagina 3), Gabriele Riva e Danilo Marmolada nei giorni scorsi si sono lamentati del parere negativo della commissione del Consiglio provinciale di Bolzano competente sulle proposte di modifica dello Statuto di Autonomia, circa l’aggregazione di Voltago al Trentino Alto Adige. «Il Comune e il mondo ladino bellunese – hanno scritto – non possono rimanere in silenzio». Innanzitutto perché venga riconosciuta anche dal Trentino Alto Adige la ladinità dolomitica bellunese. Non solo quella di Livinallongo, di Colle Santa Lucia e di Cortina d’Ampezzo, appartenuti al Tirolo austriaco sino alla fine della grande guerra, ma anche quella a sud ed est del vecchio confine dell’Impero asburgico.
In secondo luogo perché c’è la necessità di «guardare al presente e al futuro» e, oltre al problema della revisione dei confini, di fare un ragionamento ampio sulla gestione dei territori montani e sulla loro autonomia. Una gestione, fanno presente Riva e Marmolada, «da sempre attuata dalle genti di montagna nella storia». Per questo è necessario continuare a farlo, ma farlo subito e insieme. «Noi facciamo la nostra parte – concludono il loro intervento Riva e Marmolada – ma i territori autonomi confinanti devono fare la loro ampliando il loro orizzonte di vedute per un reciproco vantaggio».
Una richiesta di incontro, di dialogo e di collaborazione che è certamente motivata e importante anche oltre la prospettiva di un cambio di Regione. Quanto più lo scambio di conoscenze ed esperienze, ma anche il sostegno e l’aiuto reciproco tra i territori montani diventeranno intensi e tanto di più si apriranno prospettive e possibilità nuove. Quindi è più che mai opportuno intensificare i rapporti con Bolzano e Trento, per mettere a frutto di tutta la montagna un insieme di risorse di grande valore, anche finanziarie. A questo proposito il senatore Piccoli nei giorni scorsi ha segnalato che il bilancio della Provincia di Bolzano è cresciuto di oltre 80 milioni, mentre quelli degli enti locali bellunesi sono sempre più "tagliati" e in difficoltà. La disparità tra le due realtà configura certamente una sproporzione ingiusta e intollerabile, ma l’attivarsi perché venga superata non deve impedire, anzi, di intensificare i rapporti con Trento e Bolzano (anche per cercare di utilizzare al meglio – per qualche progetto strategico per la montagna – i fondi dei Comuni di confine).
Allo stesso tempo è necessario intensificare i rapporti anche con la Regione Veneto. Anche a Venezia deve crescere l’attenzione per la montagna bellunese e la Regione deve assicurare tutta la disponibilità possibile per consentirle di essere messa in condizione di reale parità con le altre zone del Veneto. Una prima verifica di questa disponibilità la si avrà già nelle prossime settimane: basterà vedere se entro il 25 febbraio, così come prevede la legge sulla specificità di Belluno, Venezia avrà attuato la ricognizione per capire quali funzioni devono rimanere in capo alla Regione e quali devono invece essere trasferite al Bellunese.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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