L’Amico del Popolo.it
Info | YouTube

Le foibe di ieri e quelle di oggi

Sono tante le foibe dove fra l’autunno del 1943 e la primavera del ’45 trovarono la morte migliaia di persone, italiane, croate, slovene. Gli storici hanno cercato di far luce negli ultimi 20 anni, dopo un lungo silenzio, sui fatti che portarono da una parte alla sistematica eliminazione di presunti nemici del totalitarismo che prendeva piede nei territori slavi e balcanici, dall’altra alla triste, sofferta vicenda dell’esodo giuliano–dalmata.
Dal 2004 lo Stato italiano ha riconosciuto il 10 febbraio come «Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano–dalmata». Giorno che è stato celebrato anche in provincia con vari appuntamenti. Ciò che manca, ora, in questa ricorrenza è una piena "coscienza europea" del dramma degli infoibamenti, della violenza cieca che mise davanti a tutto la volontà di potere e la vendetta: davanti al valore della vita umana, alle ragioni dei popoli, alla pace e alla giustizia. Se della storia europea contemporanea fanno parte – ciascuno a modo suo – Waterloo e il Romanticismo, Verdun e Auschwitz, le scoperte scientifiche e i capolavori dell’arte, la resistenza partigiana e il muro di Berlino, allo stesso modo non dovrebbero mancare le foibe perché costituiscono un monito chiaro e perenne che dice: «Mai più la guerra».
Di fronte a quanto accade ancora oggi in varie regioni d’Europa e del mondo, il Giorno del ricordo intima l’urgenza di una storia fondata sulla verità, senza rimozioni o riduzionismi, che aiuti a superare vecchi e pericolosi rancori. La necessità di una memoria condivisa che contribuisca a costruire una Europa unita, pur senza rinunciare alle diversità storiche, geografiche, culturali, religiose, linguistiche che da sempre caratterizzano il vecchio continente.
Ma il Giorno del ricordo nell’epoca dei nuovi e pericolosissimi nazionalismi, delle sacche di intolleranza, della diffusa xenofobia, delle discriminazioni verso chi crede o chi "diversamente crede", è anche un richiamo a non voltare la faccia rispetto alle foibe del 2015. Se ne possono ricordare almeno due: l’Ucraina e il Mediterraneo. Terra e mare che, in questi giorni, inghiottono nuovamente vite umane, restituendo solo odio e cadaveri e alimentando paure, razzismo e cattiveria.
Le foibe ci furono e ci sono. La memoria, però, può aiutare a guardare avanti e a costruire la pace.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

Copyright © 2000-2019 L'Amico del Popolo S.r.l.
Piazza Piloni 11, 32100 Belluno - tel. +39 0437 940641, fax +39 0437 940661, email redazione@amicodelpopolo.it | P.Iva/C.F. 00664920253