Lo si sapeva già da qualche settimana che la Regione non avrebbe rispettato il termine del 25 febbraio (indicato dalla legge regionale 25 sulla specificità della Provincia di Belluno) per individuare le funzioni da mantenere a Venezia e, di conseguenza, quelle da trasferire a Belluno. Nell’annunciare questa sua inadempienza, motivata dal tanto lavoro che resta ancora da fare, la Regione ha indicato la fine di marzo come termine entro il quale è possibile concludere la ricognizione delle funzioni.
Ora, a ridosso del 25 febbraio, è opportuno ritornare sul tema chiedendo con forza e decisione che la scadenza di fine marzo venga effettivamente rispettata e non la si sposti ancora in avanti.
Si tratta certamente di una questione di serietà, di correttezza, di rispetto della legge (legge – tra l’altro – prodotta dalla stessa Regione che ora è inadempiente).
Ma si tratta anche di una questione pratica, della necessità di fare presto per evitare che l’applicazione della legge debba essere "forzatamente" procrastinata almeno di qualche mese e per evitare che la Provincia di Belluno sia messa in nuove difficoltà, con l’ulteriore complicazione di una situazione che già oggi appare problematica.
In maggio ci saranno le elezioni regionali e se il trasferimento delle funzioni non arriverà presto (almeno per tutto ciò che non comporta spese aggiuntive a carico di Venezia) è facile prevedere che poi tutto si bloccherà in attesa che il nuovo governo regionale diventi operativo.
Tutto il Bellunese ha bisogno di poter disporre, quanto prima, di nuove forme di autogoverno, ma lo ha in modo speciale l’ente Provincia che proprio in queste settimane è chiamato a prendere decisioni importanti circa il suo assetto e il suo personale. Ma come si possono prendere queste decisioni se non si conosce quale sarà il proprio destino, su quali competenze si potrà contare, di quali risorse si potrà disporre?
La necessità di risposte è urgente. La scadenza di fine marzo non può e non deve essere ulteriormente spostata.