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Quale strategia per evitare la perdita dei servizi postali?

Oltre la protesta anche le proposte. L’annunciata chiusura di 4 uffici postali in provincia e la prossima riduzione d’orario per altri 4 ha suscitato vive proteste che, sabato scorso in Zoldo, hanno preso corpo anche in una manifestazione pubblica (vedi a pagina 34). Ma oltre le proteste, in questi giorni si susseguono anche le proposte per cercare di trovare il modo di risolvere un problema che è molto importante per la montagna. Il deputato del Pd Roger De Menech ha dichiarato che «la capillarità del servizio postale può essere assicurata in modo innovativo attraverso esercizi pubblici multifunzione e degli accordi specifici con i Comuni». Un’idea che è stata condivisa anche dal presidente di Confcommercio Belluno, Paolo Doglioni, secondo il quale l’idea di creare negozi polifunzionali che possano svolgere anche servizi di tipo postale «è un passo avanti di grande importanza», una proposta che «potrebbe portare a molti benefici con investimenti davvero minimi». Un’idea che per il senatore di Fi Giovanni Piccoli va invece vagliata con prudenza perché «prima di parlare di negozi multifunzione dobbiamo scongiurare la chiusura e il ridimensionamento degli uffici postali. Prima si affronti l’emergenza, poi si studino semmai nuove formule intermedie». È vero che bisogna insistere, e farlo con forza, perché Poste Italiane riconosca le esigenze particolari della montagna e non sguarnisca il territorio, ma è anche vero che qualche soluzione innovativa, se ben studiata, può probabilmente agevolare il raggiungimento dell’obiettivo.

Leggi il "taglio basso" della settimana scorsa.

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