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Cortina per tutti, tutti per Cortina

E dunque, avanti tutta.
Il risultato del referendum celebrato domenica scorsa a Cortina non lascia spazio a dubbi. La popolazione vuole che si faccia un altro tentativo – e che stavolta sia vincente! – per portare in Ampezzo i Mondiali di sci. Saranno nel 2021, tra meno di sei anni.
L’esito delle urne dà vigore all’iniziativa, che parte meglio rispetto al passato se non altro perché le istituzioni nazionali più importanti (a cominciare dal Governo centrale) stavolta siedono nel comitato promotore e non si sono limitate a garantire l’appoggio esterno. Cortina ormai conosce bene quali sono i meccanismi delle candidature, sa quali sono gli elementi di forza su cui puntare e i fattori di debolezza da mitigare. Eppure la battaglia sarà agguerrita e non si potrà dare nulla per scontato, per esempio non si potrà scommettere sul vantaggio di averci già provato, più e più volte. I Mondiali certificano il rilievo globale di una località sciistica e dunque saranno in tante a sgomitare per averli: di sicuro Cortina non se li aggiudicherà grazie al “fair play” degli altri.
Il referendum, di fatto, aiuta a rendere più forte la candidatura di Cortina. Sul piano interno, prima di tutto, perché il Comitato dovrà tenere conto, tra l’altro, delle preoccupazioni che hanno spinto centinaia di persone a chiedere il pronunciamento della popolazione. Tra queste, la paura che l’ambiente possa risultare compromesso. Se il Comitato lavorerà bene e smentirà le preoccupazioni, ciò contribuirà a rafforzare la candidatura anche verso l’esterno.
Due riflessioni, a questo punto.
La prima è che cinque–sei anni sono tanti e sono pochi. C’è il tempo per realizzare alcune migliorie alle infrastrutture che collegano Cortina col resto del mondo? C’è il tempo per mettere in campo una legislazione regionale che finalmente permetta al turismo delle Dolomiti bellunesi di scrollarsi di dosso i numeri negativi e di allinearsi ai risultati buoni del mare e delle città d’arte, per non dire alle montagne del Trentino e dell’Alto Adige? C’è il tempo per aiutare una profonda ristrutturazione della ricettività turistica? Se ci si lavora da subito, sì. E senza dover arrivare sempre all’ultimo secondo com’è vizio degli italiani (l’Expo in questo senso è un costosissimo esempio da non seguire).
La seconda riflessione riguarda l’“aureo isolamento” di Cortina rispetto al resto delle Dolomiti bellunesi: basta con i pregiudizi, usciamo da vizi anacronistici e dannosi, ci sia il coraggio e la volontà di fare squadra. Se ne avvantaggerà Cortina e ne trarrà beneficio il resto della provincia.
Lo possiamo riassumere con uno slogan: «Cortina per tutti, tutti per Cortina».

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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