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Pluralismo informativo patrimonio da sostenere

Nei giorni scorsi l’assemblea dell’editoria cooperativa e non profit (cui appartiene anche la Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici alla quale aderisce il nostro giornale) ha analizzato gli esiti del Tavolo per la riforma dell’editoria del 12 maggio, esprimendo una valutazione positiva in merito alla volontà del Governo di riordinare e dare elementi di certezza all’intera filiera dell’editoria in termini di regole, trasparenza e adeguatezza delle risorse per i prossimi 3/5 anni.
L’assemblea ha in particolare apprezzato la volontà di costituire e alimentare con risorse adeguate un «Fondo unico per la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione», a sostegno dell’editoria – quotidiana e periodica – cooperativa e non profit, di radio, televisioni e giornali online che operano nella diffusione di contenuti informativi prodotti da giornalisti e che si vincolino a criteri di trasparenza, controllo e verifica condivisi.
La disponibilità a costituire il «Fondo unico per la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione» rappresenta il riconoscimento dell’esigenza dell’intervento pubblico nel settore, razionalizzato e attualizzato, per tutelare, oltre al pluralismo, anche la qualità dell’informazione. Il semplice mercato, infatti, non è in grado di garantire il pluralismo e l’affidabilità del sistema, sia a livello nazionale che locale. Invece il sostegno pubblico consente anche a coloro che non posseggono grandi risorse economiche e finanziarie di assicurare una informazione libera e indipendente.
Per sottolineare l’importanza di procedere speditamente in questa direzione l’editoria cooperativa e non profit ha unanimemente rappresentato lo stato di grave disagio e difficoltà che resta anche dopo l’avvio del Tavolo: i fondi disponibili per il 2014 sono infatti insufficienti a coprire il fabbisogno rilevato sulla base delle realtà ammesse a contributo. È indispensabile e urgente, quindi, integrare tali fondi e che entro il prossimo 30 giugno il Governo reperisca ulteriori risorse.
È, altresì, indispensabile – è stato sottolineato – rivedere le norme che disciplinano l’erogazione dei contributi e anche il piano con il quale Poste Italiane prevedono la consegna della corrispondenza (e dei giornali) a giorni alterni in oltre 5.200 piccoli Comuni, con il coinvolgimento del 25% della popolazione italiana (praticamente anche tutta la provincia di Belluno). Si tratterebbe di un colpo mortale per quanti, quotidiani e periodici, fondano il loro legame con i lettori su un tempestivo recapito domiciliare. Con conseguente grave discriminazione fra i cittadini.
In conclusione i rappresentanti dell’editoria cooperativa e non profit hanno fatto presente che la complessità e l’eterogeneità degli interessi in campo all’interno della filiera editoriale rischiano di aumentare le difficoltà per l’adozione dei primi e immediati interventi necessari per consentire la sopravvivenza dell’editoria cooperativa e non profit che, tra l’altro, è quella maggiormente colpita dalla crisi della carta stampata e dalla drastica e reiterata erosione delle risorse a sostegno del pluralismo e della libertà di informazione. Di qui l’importanza di intervenire, cercando anche il consenso e l’appoggio dei lettori per "spingere" il Governo a provvedere a un disegno di legge di riforma del settore e del sistema italiano della comunicazione, prima che si sia costretti ad assistere a un impoverimento e a una decimazione senza ritorno di tante imprese editoriali. A quel punto, allora, sarebbe come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Con buona pace per un effettivo e ricco pluralismo dell’informazione.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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