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Le priorità indicate per la provincia di Belluno

Quali le priorità su cui puntare per garantire lo sviluppo della provincia di Belluno? È stata questa la domanda centrale dell’incontro bellunese dei sei candidati alla presidenza della Regione Veneto tenutosi il 6 maggio.
Secondo Luca Zaia la vera battaglia è quella dell’autonomia, non quella della specificità, ma condizione essenziale per attuarla è avere le risorse. I grandi problemi da battere sono invece lo spopolamento e la disoccupazione giovanile e la prospettiva su cui puntare è quella del turismo (superando anche la concorrenza sleale dei territori speciali) e quella dell’adeguamento delle infrastrutture. Zaia ha riconosciuto che ci vuole uno sforzo straordinario, ma ha anche sottolineato che tante cose sono state fatte e che per tante altre sono state poste le condizioni. Per esempio per intervenire a sostegno dell’occupazione e del lavoro grazie ai fondi europei, per aiutare la montagna destinandole un terzo delle risorse del nuovo Psr, per garantire la giusta attenzione alla sanità (tramite le nuove schede sanitarie), per migliorare il trasporto locale prevedendo una gara a sè per la montagna.
Flavio Tosi come priorità ha indicato la possibilità della creazione di zone franche, il potenziamento delle infrastrutture (anche grazie a un processo di semplificazione burocratica), una maggiore presenza della Regione sul territorio. Circa le zone franche, definite un’importante leva di sviluppo ammessa dall’Unione Europea, ha fatto presente la loro utilità per rilanciare gli investimenti. Per quanto riguarda le infrastrutture ha ipotizzato di fondere la Cav (Concessioni autostradali venete) con Veneto Strade in modo che gli utili della prima non vadano in tasse, ma servano a finanziare la seconda. Ha proposto poi di negoziare opere pubbliche, magari contro il dissesto idrogeologico, in cambio di concessioni autostradali.
Laura Di Lucia Coletti tra le priorità ha messo il lavoro, i giovani (dando loro ragioni per restare), il recupero del territorio, la scuola, le infrastrutture, i trasporti e le economie alternative. In particolare ha focalizzato la sua attenzione su quello che ha definito un indecente aumento del costo dei trasporti che rischia di intaccare anche il diritto all’istruzione. Per questo è urgente lavorare sulla formazione, dando la possibilità di andare a scuola sul territorio, altrimenti non ci può essere un futuro. Bisogna poi riallacciare il rapporto con la ricerca per poter immaginare un futuro anche in montagna, futuro che passa anche attraverso la tutela del territorio e infrastrutture sostenibili, altrimenti il turismo sarà sempre più a rischio.
Alessandra Moretti tra le priorità ha indicato il finanziamento della legge regionale 25, il mantenimento in loco del residuo fiscale, un Piano veneto (e bellunese) per l’impresa, una connessione maggiore della provincia col resto della regione. Per quanto riguarda il Piano per l’impresa, ha parlato di un potenziamento dell’accesso al credito, di internazionalizzazione, di sostegno all’aggiornamento professionale, di semplificazione e sburocratizzazione. Rimarcando che le risorse ci sono (764 milioni di fondi strutturali europei e 600 milioni per lo sviluppo) ha prospettato anche un possibile sostegno di 500 euro al mese e poi ha parlato della creazione del marchio «Veneto Unesco», di incentivazione del commercio nei centri urbani e di potenziamento di infrastrutture digitali, ferroviarie e viarie.
Secondo Alessio Morosin la chiave per uscire dalle difficoltà è l’indipendenza (vista anche la tendenza sempre più accentratrice dello Stato). A questo proposito Morosin ha manifestato l’intenzione di continuare a presentare il progetto di legge per l’autodeterminazione. A questa priorità va aggiunta poi una progettualità d’insieme che sappia cogliere le specificità del territorio, anche perché le comunità piccole ricevono sempre meno attenzione, mentre un territorio può essere valorizzato se c’è la capacità di pensarlo così come esso è. Infine il turismo, una risorsa mai abbastanza esplorata.
Per Jacopo Berti le priorità sono la lotta allo spopolamento (fornendo buone ragioni per restare in montagna), lo sviluppo del turismo (facendo attenzione a non sprecare l’occasione dei Mondiali di sci di Cortina del 2021), il potenziamento della ferrovia (anche a servizio dei cicloturisti). Altre priorità riguardano la valorizzazione della biodiversità, che rappresenta una risorsa incredibile anche per l’estero, lo sviluppo della competitività (anche tramite la diffusione della banda larga), la riunificazione fondiaria (per dare modo di valorizzare il territorio), la dotazione infrastrutturale (perché le persone possano operare).

Leggi il "taglio medio" della settimana scorsa.

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