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Chiamati a un’accoglienza rivolta verso tutti

«La nuova e sempre più vasta emergenza profughi che coinvolge tutta l’Europa, comprese le nostre regioni del Nordest, richiede alle comunità cristiane la risposta di una fede capace di amore e di accoglienza, in un atteggiamento di conversione e apertura all’altro e alle sofferenze di quanti – uomini, donne e bambini – fuggono da luoghi travagliati. E bisogna contribuire a generare e continuamente ricostruire un clima di serena e cordiale convivenza nelle comunità locali chiamate ad accogliere, nel rispetto delle esigenze di tutti».
I Vescovi del Triveneto, riuniti il 15 settembre presso il Seminario Maggiore di Bressanone, hanno dedicato a quest’attualissimo tema una parte della loro riunione nell’intento di raccogliere, in modo adeguato e condiviso il più possibile, l’appello pressante di papa Francesco che ha esplicitamente richiesto un impegno concreto e ulteriore delle comunità ecclesiali.
Diocesi, parrocchie e realtà associative di queste regioni – è stato rilevato – si sono da tempo attivate e spesso promuovono già forme significative di accoglienza; il passo in avanti nell’impegno che oggi viene sollecitato a parrocchie, collaborazioni pastorali, vicariati, comunità religiose e associative è direttamente coordinato dalle singole Diocesi (perlopiù attraverso la Caritas e i suoi strumenti operativi) che si pongono quindi come interlocutore stabile ed ufficiale sia nei confronti delle istituzioni locali – in un rapporto di stretta collaborazione – che nella specifica attività di supporto fornita alle realtà ecclesiali.
I vescovi hanno sottolineato l’importanza di operare in modo condiviso, sia in ambito ecclesiale che sui rispettivi territori, creando una rete di interventi e coinvolgendo più persone nell’assunzione di impegni e responsabilità – nel rispetto della legalità – di fronte ai diversi e numerosi servizi richiesti per un’adeguata accoglienza.
«Soprattutto in vista dell’imminente Giubileo della Misericordia», hanno fatto presente i Vescovi, «le comunità ecclesiali del Nordest si sentono perciò chiamate ad offrire – con la generosità e il realismo da sempre presenti nella storia di queste terre (un tempo protagoniste di un fenomeno migratorio inverso) – una testimonianza di amore e fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo, oggi sofferente nei tanti profughi come anche nelle tante persone e famiglie del nostro territorio provate da varie situazioni di fragilità e dalle difficoltà presenti soprattutto nel mondo del lavoro, attraverso gesti concreti e diffusi di accoglienza, integrazione e solidarietà rivolti verso tutti».

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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