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Passaggio a Nord
Ci ragioniamo?

Dall’eurodeputato altoatesino Herbert Dorfmann arriva un’apertura che è doveroso esaminare: dopo la bocciatura del proseguimento dell’autostrada A27 verso Nord, col voto contrario di una commissione del Parlamento europeo, si creano spazi per ragionare su altre opzioni. Lo scopo, alla fine, non cambia: trovare il modo di collegare la provincia di Belluno e il Veneto all’Austria, superando quel crinale di confine che oggi ci divide dal mondo tedesco e che domani potrebbe invece unirci e permettere dialogo e scambi.
Dorfmann è disposto a ragionarci e a portare in Europa le istanze bellunesi. Ma l’europarlamentare, nell’intervista concessa all’Amico del Popolo, sottolinea più volte che la decisione deve essere dei Bellunesi, dobbiamo noi scegliere, innanzitutto, se il collegamento a Nord lo vogliamo oppure no, e come lo vogliamo fare.
Il metodo appare corretto e andrebbe applicato fino in fondo: se collegamento deve essere, è ovvio che gli occhi di tutti si rivolgono al Comelico, perché è lì che ben quattro Comuni confinano con l’Austria, lungo quella striscia del crinale che è lunga 25 chilometri, di cui una ventina a contatto con il Tirolo (Osttirol) e cinque con la Carinzia.
Il Comelico è disposto a ragionare? Quell’angolo verde e splendido del nostro territorio, come vede la possibilità di aprirsi e di aprire l’intera provincia di Belluno a uno scambio diretto con l’Austria, senza passare per l’Alto Adige? Vorremmo che l’intervista a Dorfmann aprisse uno spiraglio su questa possibilità e suscitasse dei commenti, in primo luogo proprio da parte dei Comeliani.
Il secondo passaggio, l’altra verifica andrebbe poi fatta “di là”: interessa, a Lienz e all’Osttirol, aprirsi direttamente verso Sud, uscire dall’isolamento che oggi vede la piccola città tirolese (ha 12mila abitanti, poco più di Sedico) svolgere un ruolo marginale di snodo tra la direttrice della Pusteria e il Nord, in direzione di Zell am See e di Salisburgo?
Non sta bene, l’Ostirol, così come non sta bene il Comelico: l’isolamento e la marginalità pesano (il collegamento diretto con la capitale del Tirolo, Innsbruck, non esiste più da quando il Sudtirolo è diventato Italia), lo spopolamento si fa sentire, la crisi economica mette in risalto le debolezze. Potrebbe essere il momento giusto per parlarsi, per parlarci.
E poi il come. Come collegarci. Autostrada no, dice Dorfmann, e anche i nostri Industriali sollecitano a seguire soluzioni praticabili. Il treno da Calalzo in su, se sarà fatto passerà per Cortina e per l’Alto Adige puntando a Nordovest non rappresenterà un collegamento diretto con l’Austria. Ma il discorso verso Lienz e l’asse del Felbertauerntunnel è aperto, Dorfmann lo indica e suggerisce di esaminare le varie soluzioni. Dalla strada intervalliva al “traghetto” ferroviario. Tenendo conto che sui binari l’Europa ci mette bei soldi.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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