Notizie in chiaroscuro per la famiglia per quanto riguarda i consumi.
Il "Sole 24 Ore" ha condotto un’indagine in sessanta città italiane individuando un paniere di venti prodotti alimentari di prima necessità e verificando i prezzi minimi, medi e massimi registrati per il mese di giugno dall’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico. Calcolati i consumi annui di una famiglia media, ne è uscito che Belluno è fra le città più care d’Italia per quanto riguarda il carrello della spesa.
Per quanto riguarda i prezzi medi, con 3.972 euro annui Belluno si colloca sopra la media nazionale pari a 3.779.
Per i prezzi minimi, Belluno è fra le prime quattro in assoluto: rispetto a una media Italiana pari a 2.649 il capoluogo delle Dolomiti raggiunge quota 3.072 euro (la precedono solo Ravenna, Ancona e Reggio Emilia).
Anche sui prezzi massimi – quelli di alta gamma, la terza tipologia rilevata dall’Osservatorio ministeriale – non va meglio superando, Belluno, la media italiana.
In un periodo di inflazione molto bassa e talvolta negativa non è un segnale, questo, lusinghiero. È vero che i raffronti territoriali devono essere effettuati con un po’ di prudenza (lo consiglia nella nota metodologica lo stesso Ministero), ma i dati diffusi dal «Sole 24 Ore» restano di per sé significativi e …amari.
L’andamento dei prezzi nel settore alimentare segnala «spinte al rialzo», come dimostrano i dati del 2015: +0,7 per cento i prodotti alimentari a Belluno dinanzi a un indice generale dei prezzi di segno negativo (–0,2 per cento).
I primi sette mesi del 2016 accentuano tale divario: solo a febbraio i prodotti alimentari hanno registrato una variazione negativa (–0,2 per cento), a giugno e luglio invece hanno ripreso a correre segnando un incremento rispettivamente dell’1,3 per cento e dell’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Qualche riflessione, innanzitutto da parte degli operatori commerciali, merita allora di essere fatta. Prima o poi il consumatore apre gli occhi e se ne accorge.