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Lettera aperta
dopo la GMG di Cracovia

Qui di seguito la lettera che la delegazione diocesana di Belluno–Feltre alla Giornata mondiale della gioventù (Cracovia, 24–31 luglio di quest’anno) indirizzano alla comunità diocesana. La lettera è controfirmata dal Vescovo Renato.
"Siamo i giovani di Belluno–Feltre (e dintorni...) che hanno accolto l’invito alla Gmg (Giornate mondiali della gioventù) di Cracovia, tramite il pellegrinaggio diocesano. Vorremmo raccontare, condividere, trasmettere quello che abbiamo vissuto durante la nostra sorprendente avventura. Ci sembra importante che la nostra non sia un’esperienza fine a se stessa, ma che possa essere utile anche per le nostre comunità e per coloro che, pur rimanendo a casa, ci hanno accompagnato, chi per fede, chi per curiosità.
Siamo partiti da Belluno in quasi 150. Un piccolo gruppetto ci attendeva già a destinazione dopo aver trascorso un’intensa settimana di gemellaggio a Szczurowa. Inizialmente ad accompagnarci c’erano i timori, le paure. Non sapevamo bene a cosa andavamo incontro, non conoscevamo i nostri compagni di viaggio, potevamo non riuscire a essere accettati dal gruppo, non sentirci all’altezza degli altri e a Cracovia incontrare uno stile di vita molto diverso dal nostro. Il nostro rapporto con la fede era, a volte, disilluso e i recenti atti di terrorismo non aumentavano di certo le nostre sicurezze.
Tutte queste preoccupazioni però si sono dissolte grazie a quanto abbiamo vissuto in quei giorni.
Si è creata, fin da subito, tra di noi, un’atmosfera di amicizia, apertura, rispetto, voglia di conoscersi e aiutarsi.
In Polonia – in particolare nella Parrocchia della Madonna di Czestochowa a Brzesko–Slotwina, a 60 km da Cracovia – siamo stati accolti da famiglie disponibili che si sono adeguate ai nostri orari impossibili, alle difficoltà comunicative, alle abitudini alimentari dandoci subito prova tangibile della misericordia e colpendoci per la grande devozione, soprattutto verso Maria. Vivere con queste persone ci ha insegnato che si possono avere a cuore gli altri anche prima di conoscerli.
Lo stesso clima di incontro e condivisione si è respirato nei momenti comunitari, nelle catechesi e per le strade di Cracovia affollate da centinaia di migliaia di giovani, di moltissime culture diverse, accumunati da una carica di entusiasmo e dalla convinzione di essere parte di qualcosa di più grande… non siamo soli!
Non è mancata l’occasione per visitare il campo di concentramento di Auschwitz dove abbiamo visto quanto l’uomo può costruire il male, dove abbiamo compreso che se si convince un popolo che un altro sia suo nemico tutto diventa lecito, dove abbiamo capito l’importanza di tenere viva la memoria affinché non si ripetano orrori simili.
Durante la settimana, molti sono stati gli spunti da cui ognuno poteva cogliere qualcosa. Le parole del Papa sono state fondamentali ma anche le testimonianze e la catechesi del vescovo Francesco di Bergamo.
Ci siamo sentiti invitati a coltivare una speranza e un sogno per un futuro migliore, per una felicità vera, diversi da quelli solitamente proposti. Ci è stato chiesto di non essere giovani pensionati noiosi che annoiano gli altri, paralizzati dal senso di colpa, dall’inadeguatezza, dalla paura della fatica, del dolore, della delusione, ma di dare il meglio di noi e non quello che ci avanza. Siamo stati spronati, ad avere pazienza (l’esercizio più bello della speranza e della fiducia) e a tendere la mano all’altro anche se ciò comporta un rischio perché la misericordia è forza ed è la marcia in più.
Abbiamo compreso che nell’accoglienza dell’emarginato e del peccatore si gioca la nostra credibilità di cristiani.
Abbiamo avuto la conferma che la risposta a questo mondo in guerra si chiama fraternità, fratellanza, comunione e famiglia e noi giovani dobbiamo insegnare agli adulti che è più facile creare ponti che innalzare muri.
Dio è nostro tifoso, ci ama più di noi stessi, non si ferma al male del passato ma investe sul nostro futuro.
Il fulcro della settimana è sicuramente stato la veglia del sabato sera, con l’adorazione al Santissimo e il silenzio carico delle nostre preghiere e intenzioni. Ci siamo sentiti parte del grande disegno di Dio. In quella moltitudine, quasi due milioni di candele rischiaravano i nostri volti e i nostri cuori. Senza la luce di ognuno di noi il disegno non sarebbe stato lo stesso.
A noi, ora, il compito di portare nella nostra casa e nella nostra comunità la misericordia e la semplicità con cui abbiamo vissuto la fede durante la settimana di Gmg seguendo l’invito di papa Francesco:«la gioia che gratuitamente avete ricevuto da Dio, per favore, gratuitamente donatela!».
A voi l’incarico di accoglierla! Insieme ai nostri sogni, «Il Signore benedica i vostri sogni!».
I giovani della Gmg della diocesi di Belluno–Feltre e il vescovo Renato

Ps: Molte delle parole che abbiamo usato le abbiamo rubate a papa Francesco, anche senza virgolette. Siamo sicuri che lui non se ne avrà a male... Ormai queste parole sono diventate anche le nostre!"

Leggi il "taglio medio" della settimana scorsa.

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