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Gli Stati generali punto di ripartenza

«Di Stati Generali ne facciamo troppo pochi». Con queste parole la presidente della Provincia di Belluno, Daniela Larese Filon, ha chiuso lunedì 19 settembre a Villa Patt di Sedico l’incontro che ha riunito i rappresentanti provinciali delle istituzioni politiche, economiche e sociali per discutere del futuro del territorio bellunese (vedi il servizio alle pagine 4 e 5).
Preso atto delle gravi difficoltà in cui versa attualmente l’Ente Provincia (illustrate in apertura dal suo presidente) e insieme anche della problematicità di garantire un adeguato sviluppo alla montagna bellunese, tutti hanno riconosciuto la necessità di unire le forze, di fare squadra, di mettere insieme le idee e l’energia per poterle realizzare.
Un clima certamente positivo e costruttivo. Non disincantato, perché i problemi non sono stati nascosti o taciuti, ma teso a guardare avanti, sottolineando in particolare le condizioni di collaborazione e coinvolgimento che possono consentire di ottenere qualche risultato.
Non bisogna certamente iniziare da zero, è stato sottolineato, perché in questi anni di strada ne è stata fatta. Si potrebbe parlare di una ri–partenza per prendere nuovo slancio nell’impegno di dare un futuro al Bellunese, facendogli fare un salto di qualità.
In primo luogo, è stato sottolineato, essendo disposti a dialogare e collaborare a prescindere dagli schieramenti di parte, per il bene superiore del territorio (e a questo punto è applicabile anche l’osservazione proposta dal Vescovo che ha l’impressione che il Bellunese soffra per un tessuto relazionale inadeguato per una scarsa capacità di comunicare e di farlo in modo accogliente e costruttivo).
In secondo luogo la necessità di precisare con maggiore chiarezza rispetto a quanto fatto finora una strategia per lo sviluppo della montagna, le priorità sulle quali far convergere gli sforzi di tutti.
In terzo luogo una maggiore compattezza e determinazione nel confrontarsi con la Regione e con lo Stato per far sentire in modo adeguato ed efficace le ragioni della montagna bellunese, i suoi bisogni, le sue aspettative, le sue oggettive diversità rispetto agli altri territori e quindi la sua necessità di poter disporre di forme di governo specifiche (con le risorse adeguate per metterle in atto).
Tre condizioni ritenute da tutti necessarie (anche se non di facile realizzazione) per riuscire ad arrivare al traguardo tanto agognato di bloccare lo spopolamento della montagna e di garantirle opportunità di lavoro e di servizi pari a quelle delle zone di pianura.
Tre condizioni che, evidentemente, non basta enunciare perché si realizzino. D’altra parte è stato importante che siano state indicate e che, soprattutto, siano state condivise. Questo reciproco riconoscimento può rappresentare la base per la ri–partenza. Certo, la strada da affrontare è difficile e le buone intenzioni non sono sufficienti a percorrerne neanche il primo tratto, ma sono indispensabili, se sincere, per sostenere e dare energia a tutto il cammino.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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