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Giovedì 16 novembre 2017

Regione, approvato il progetto per una maggiore autonomia. C’è la specificità di Belluno






L’assemblea ha approvato l’emendamento proposto dal consigliere bellunese Franco Gidoni (nella foto), che ha portato in aula il testo consegnato dal presidente della Provincia Roberto Padrin.

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Va avanti il percorso per una maggiore autonomia del Veneto. Ieri, mercoledì 15 novembre, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il progetto di legge numero 43 con le norme che Venezia chiede vengano adottate dallo Stato per ottenere maggiori competenze, secondo quanto previsto dall’articolo 116 della Costituzione, al comma 3. Approvazione all’unanimità ma senza il voto dei consiglieri del Pd, che hanno ritenuto troppo ’’spinte’’ le richieste relative ai meccanismi di finanziamento delle future competenze aggiuntive, giudicandole incompatibili con il quadro costituzionale: per questo hanno abbandonato l’aula prima del voto. Il progetto di legge è stato trasmesso a Roma e sarà la base per iniziare quanto prima, negli auspici del presidente della Regione Luca Zaia, la trattativa al tavolo con lo Stato.

Ma la grossa novità è che la specificità della Provincia di Belluno, inizialmente assente dal testo, è entrata nel progetto di legge grazie all’approvazione dell’emendamento preparato dalla Provincia, consegnato alla Regione giorni fa dal presidente Roberto Padrin e portato avanti ieri in aula dal consigliere leghista bellunese Franco Gidoni (lo stesso emendamento è stato proposto anche dai banchi dell’opposizione, per voce del consigliere Pd Stefano Fracasso).

Questo il testo dell’emendamento approvato: «Art. n. 2 bis – Funzioni degli enti locali nelle materie oggetto dell’intesa con lo Stato. 1. Nella legge di differenziazione sono fissati i criteri attuativi, anche nel riparto delle risorse, per l’attribuzione diretta agli enti locali delle funzioni amministrative ai sensi dell’art. 118, primo e secondo comma, Cost. e dell’art. 11 dello Statuto del Veneto. 2. Per quanto riguarda la Provincia totalmente montana di Belluno, le funzioni amministrative e le connesse risorse da attribuire direttamente tengono altresì conto di quanto previsto dal terzo comma dello stesso art. 118 in ordine alla tutela dei beni culturali nonché delle funzioni fondamentali prefigurate dal comma 86 dell’art. 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56 e delle materie stabilite dall’art. 15 dello Statuto del Veneto».

In pratica, l’emendamento stabilisce una sorta di automatismo nel trasferimento delle competenze direttamente agli enti locali del Veneto, perché i criteri di quel ’’federalismo interno’’ più volte evocato da Zaia e sancito all’articolo 11 dello Statuto del Veneto verrebbero fissati già entro la legge di applicazione dell’intesa con lo Stato e non affidati a successivi provvedimenti attuativi. Un perimetro già chiaramente tracciato, ha detto Franco Gidoni nella relazione illustrativa dell’emendamento. Il consigliere bellunese ha anche evidenziato che l’articolo 15 dello Statuto della Regione «riconosce ’’forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria’’ alla Provincia di Belluno», poi specificate nella legge regionale 25 del 2014. Gidoni ha richiamato in aula l’esito del referendum bellunese del 22 ottobre «volto a rafforzare la specificità della montagna bellunese ’’anche nell’ambito delle intese Stato/Regione per una maggiore autonomia del Veneto’’. Tale consultazione», ha detto Gidoni, «ha registrato un’importante e inequivoca partecipazione popolare», perché venga riconosciuto «direttamente alle istituzioni territoriali bellunesi il pieno esercizio, a livello locale, delle funzioni amministrative riferite ad alcune delle materie che potranno essere attribuite alla competenza legislativa della Regione Veneto, rafforzando l’autogoverno e mitigando gli effetti distorsivi derivanti dalle ampie competenze esercitate nei territori contermini da parte delle confinanti autonomie speciali».
Ancora a vantaggio esclusivo di Belluno, inoltre, l’emendamento approvato dal Consiglio regionale richiama la legge "Delrio" n. 56 del 2014, con cui lo Stato ha di fatto riconosciuto la specificità delle tre Province interamente montane e confinanti con l’estero che sono Belluno, Sondrio e Verbania, prevedendo per esse alcune competenze particolari il cui esercizio non è mai entrato a regime.


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