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Martedì 19 dicembre 2017

Belluno, finanziato il progetto Ecare: via all’assistenza domiciliare 2.0






Da sinistra: Valentina Tomasi, il sindaco Jacopo Massaro e Paolo Santesso.

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Partirà il primo gennaio il progetto Interreg Ecare, che coinvolgerà Sersa , l’Istituto per servizi di ricovero e assistenza agli anziani (Israa, capofila dell’iniziativa) di Treviso, l’Asp Umberto I di Pordenone e l’Università di Klagenfurt, in Carinzia. «È un progetto di assistenza domiciliare 2.0. – spiega il direttore di Israa, Giorgio Pavan – I fondi per la sanità non basteranno più a coprire le esigenze future legate all’invecchiamento, quindi è necessario intervenire per tempo e lo facciamo con metodi innovativi». Un’ottantina le persone over 65 coinvolte da Ecare, che saranno dotate di uno speciale tablet e uno smartwatch, «tutti prodotti nati da precedenti progetti europei», sottolinea ancora Pavan. La dotazione tecnologica consentirà di intervenire sull’isolamento sociale degli anziani e sulla gestione della sanità pubblica: «Stiamo assistendo al rovesciamento della piramide demografica, sempre più anziani e sempre meno giovani. – analizza l’amministratore unico di Sersa , Paolo Santesso – I dati europei dicono che il 30% degli over 75 vive solo e che il 12% di loro non ha contatti con nessuna persona durante la settimana; bisogna intervenire». Ecare prevede interventi personalizzati sull’alimentazione, l’attività fisica e la stimolazione cognitiva delle persone assistite; la creazione e rafforzamento della rete dei «caregiver» (parenti, amici, vicini di casa eccetera); la formazione all’utilizzo dei dispositivi tecnologici. I tablet, grazie ad app dedicate, potranno consentire videochiamate ai parenti o agli assistenti, oltre alla gestione di alcuni servizi essenziali; gli smartwatch, tra le tante funzioni, prevederanno «sveglie» per ricordare al paziente di assumere i medicinali, un gps per eventuali scomparse, un accelerometro in grado di segnalare cadute e allarmare quindi medici e familiari. «Quando parliamo di Sersa. , non dobbiamo pensare solo alla gestione della casa di riposo, ma anche a tutta l’assistenza domiciliare», ricorda l’assessore alle politiche sociali, Valentina Tomasi. In un anno, Sersa. segue circa 150 utenti per 12mila ore di servizio erogate a domicilio e una quarantina di pasti al giorno, tutti i giorni della settimana. «Con questo progetto, iniziamo anche ad abbattere le barriere generazionali: – continua Tomasi – potranno essere infatti i più giovani, opportunamente formati, a insegnare il funzionamento dei dispositivi tecnologici»«. «La notizia del finanziamento del progetto Ecare è molto importante per noi, e arriva a poche ore dalla firma della convenzione per la rigenerazione urbana. – sottolinea il sindaco, Jacopo Massaro – Era un impegno che volevamo rispettare nell’arco di questo mandato e siamo felici di poterlo annunciare già ora, nel 2017. Siamo convinti che anche questa esperienza diventerà un esempio da esportare in tutta Italia». Il progetto, che si concluderà il 31 agosto 2020, prevede per i quattro partner un finanziamento complessivo di circa 800mila euro, tra fondi europei, contributo nazionale e risorse proprie; per Sersa si tratta di 200mila euro, a fronte di un investimento di poco superiore ai 10mila euro.


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