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Martedì 16 gennaio 2018

Giornata del migrante e del rifugiato: «che l’ingiustizia non mi sia indifferente»






Il vescovo Renato Marangoni ha presieduto la Santa Messa con le comunità migranti di Belluno–Feltre.

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«A Dio chiedo soltanto che il dolore non mi sia indifferente; che l’ingiustizia non mi sia indifferente; che la guerra non mi sia indifferente; che l’inganno non mi sia indifferente». Queste parole cantate alla fine della celebrazione eucaristica di domenica 14, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, nella chiesa di Belluno–Cavarzano, esprimono in modo efficace ciò che moltissimi uomini e donne migranti e rifugiati portano con sé: un’ansia di giustizia e di pace che vengano a sanare le profonde ferite inferte alla dignità di tanti esseri umani da altri esseri umani e dalle «strutture di peccato» – così san Giovanni Paolo II chiamava le ingiustizie erette a sistema, a meccanismo sociale auto legittimato – che gravano come macigni su tante parti del mondo, così da costringere una fetta non piccola dell’umanità, almeno 250 milioni, a spostarsi altrove alla ricerca di una vita più degna, nella speranza di poter vivere in pace e sicurezza. Il desiderio, divenuto per molti realtà nel territorio bellunese, era sui volti dei rappresentanti delle comunità provenienti da diversi Paesi che hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo Renato Marangoni: tutti accomunati dalla fede e dall’impegno a costruire ponti, a creare comunione, amicizia, sentendosi parte di una comunità nella quale, davanti a Dio, nessuno è straniero. E sono proprio le parole poste all’inizio del messaggio di papa Francesco per la Giornata, tratte dal libro del Levitico, che il vescovo Renato ha posto come chiave di lettura della sua omelia: «Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto: Io sono il Signore, vostro Dio». Certo, comprendere che ogni persona ha diritto a una patria e che ciascuno ha una responsabilità nel costruire una società aperta, capace di accogliere, proteggere, promuovere e integrare quanti giungono in mezzo a noi – sono i quattro verbi proposti da papa Francesco a indicare le quattro azioni necessarie per i migranti e i rifugiati – non è scontato. Al termine della celebrazione l’incontro è proseguito nella sala parrocchiale per un momento conviviale, offerto dalla Caritas diocesana e preparato dal Centro Hakim di Sargnano. Le comunità presenti alla Giornata – della Moldavia, del Brasile, del Camerun, delle Filippine, dell’Ecuador, dell’Ucraina, dei Bellunesi residenti e dei «Bellunesi nel mondo» – alle quali si è aggiunta al termine una piccola rappresentanza musulmana, hanno mostrato con lo stile della cordialità e dell’accoglienza reciproca che l’incontro genera relazioni nel segno dell’umanità e della speranza, dunque un mondo più vivibile.


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