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Mercoledì 12 settembre 2018 ‐ Ss.mo Nome di Maria

Artigiani, Conte: rallenta l’economia, giù la fiducia






Il presidente di Cna Veneto commenta i risultati di un report dell’Osservatorio della Confederazione artigiana.

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«È durata poco la sensazione positiva di essere riusciti a salire sul carro della ripresa economica e le imprese ora tornano a perdere la fiducia, non vedendo per il prossimo futuro segnali positivi».

Lo afferma Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto, commentando i risultato di un report dell’Osservatorio della Confederazione artigiana sui «sentiment» che le imprese esprimono in base alla loro gestione quotidiana, che trovano conferma nei dati congiunturali.

Anche il Veneto, come l’Italia intera è in fase di rallentamento. Nel secondo trimestre del 2018 – si legge nella nota diffusa da Cna Veneto - il Pil del nostro paese è cresciuto su base congiunturale dello 0,2%, una variazione che, oltre a essere la metà di quella registrata nello stesso periodo dell’anno precedente, è la più contenuta degli ultimi due anni.

È improbabile che nel 2018 il ritmo di espansione del Pil possa eguagliare quello del 2017 (+1,5%), come previsto dal governo nell’ultimo Documento di Economia e Finanza. La crescita acquisita nei primi sei mesi dell’anno in corso (+0,9%) è infatti sensibilmente inferiore rispetto a quella registrata nello stesso periodo 2017 (+1,2%).

«Sulla base di questo sentire delle imprese e dei dati emersi dal rapporto, per non vanificare gli sforzi fin qui fatti dal sistema produttivo in Veneto rappresentato soprattutto da piccole imprese, auspichiamo che il Governo inserisca nella manovra oggi in fase di elaborazione misure di politica economica che incidano e riescano a invertire la tendenza, mettendo le nostre imprese in grado di competere con quelle tedesche e del nordeuropa nostre dirette concorrenti ma su posizioni molto più vantaggiose delle nostre», continua Conte.

Il minor ritmo di crescita dell’attività economica è stato percepito dal sistema produttivo che, stando ai dati relativi al clima di fiducia, tende a proiettarlo anche alla seconda metà dell’anno.

Dall’ottobre del 2017 (mese in cui veniva raggiunto l’ultimo punto di massimo) all’agosto 2018, infatti, il sentiment delle imprese ha lasciato sul terreno ben cinque punti. Di questi ben 1,5 sono stati persi solo nei mesi di luglio e agosto 2018.

Fatta eccezione per le costruzioni, il peggioramento del clima congiunturale viene segnalato in tutti i settori ma risulta particolarmente accentuato nei comparti del commercio al dettaglio e della manifattura dove tra l’ottobre 2017 e l’agosto 2018 il clima di fiducia si è ridotto rispettivamente di 8,6 e 6,0 punti.

Il principale rischio connesso alla minore crescita per il nostro Paese è, nell’immediato, un peggioramento dei saldi di finanza pubblica.

Una riduzione del prodotto interno lordo rende infatti improbabile la previsione governativa di un rapporto deficit/PIL all’1,6% per il 2018 che, allontanando l’obiettivo di pareggio di bilancio fissato per il 2020, potrebbe generare incertezza circa la capacità del nostro paese di mantenere fede agli impegni assunti con i partner europei. L’incertezza – conclude la nota - potrebbe d’altra parte determinare un aumento dei tassi di interesse minando ulteriormente le prospettive di crescita.


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