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Giovedì 11 ottobre 2018 ‐ S. Giovanni XXIII

«Content de gnent», domenica 14 a Pedavena






Percorso nella poesia dialettale e nella musica popolare delle Dolomiti Bellunesi con il Collettivo Soraimar, al Centro Visitatori del Parco.

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Domenica 14 ottobre alle 15 nella piazzetta antistante il centro visitatori Il Sasso nello Stagno di Pedavena (in Sala Guarnieri in caso di maltempo), nel contesto della Castagnata organizzata dala Pro loco di Pedavena sarà proposto lo spettacolo a ingresso libero «Content de gnent: percorso di poesia dialettale e musica popolare delle Dolomiti Bellunesi», protagonista il Collettivo Soraimar, con Luca Ventimiglia (flauti e zampogne), Alberto Tonet (chitarra e armoinica a bocca) e Marco Campigotto in veste di voce recitante. L’iniziativa è organizzata dall’Amministrazione comunale di Pedavena, per tramite della Biblioteca Civica, in collaborazione con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e la Pro loco, nell’ambito del progetto «Lanciamo il Sasso nello stagno».


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È l’evento di chiusura della Rassegna «Lanciamo un Sasso nello Stagno», progetto triennale per promuovere il Centro Visitatori di Pedavena, denominato appunto Il Sasso nello Stagno e più in generale il territorio del Parco: una ventina gli eventi realizzati tra mostre, concerti, spettacoli teatrali, incontri con autori, presentazione di libri e letture animate e musicate, che hanno riscosso complessivamente una buona risposta di pubblico.

Lo spettacolo di chiusura «Content de gnent», che si terrà nella piazzetta antistante il Centro visitatori, è un recital letterario-musicale, proposto in anteprima dal neonato Collettivo Soraimar, composto da due giovani ma esperti musicisti Luca Ventimiglia e Alberto Tonet con la voce recitante di Marco Campigotto.

Come recita il titolo «Content de gnent», tratto da una poesia di Gianni Secco, lo spettacolo nasce dall’esigenza di recuperare il gusto delle piccole cose, la semplicità e l’essenzialità del vivere attraverso il contatto diretto con la natura, che fu proprio delle popolazioni rurali del territorio, in particolare della fascia pedemontana dolomitica. Nessuna nostalgia peraltro, ben sapendo le difficili condizioni di vita e di lavoro di quelle popolazioni, condannate a un economia di sussitenza, travolte da guerre, fame, povertà, costrette spesso ad emigrare per garantirsi un’esistenza dignitosa. L’intento se mai, è quello di cogliere alcuni valori di quella generazione, l’essenzialità del vivere, «contentarse appunto de poc o de gnent», essere in armonia con la natura, con la Madre Terra.

Una lezione questa che si ricava dai poeti locali, Giancarlo Dal Prà, Gianni Secco, Federico Mimiola, che riassumono efficacemente nelle loro composizioni dialettali, con semplicità appunto, ma anche con intensità emotiva, il pensiero e gli stati d’animo dei nostri progenitori.

A far da ideale contrappunto a questo percorso di poesia dialettale intervengono le musiche e le canzoni popolari che erano il corollario di quel mondo contadino e montanaro e ne sapevano interpretare magistralmente gli umori e gli stati d’animo. «Un’idea semplice alla base di uno spettacolo che non vuole insegnare niente a nessuno», scrivono gli organizzatori, «se mai stimolare degli interrogativi sulle scelte di vita attuali, lo stress e la generale insoddisfazioni che esse producono. A volte per andare avanti, bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro».


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