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Martedì 13 novembre 2018 ‐ S. Diego

Uragano, nel Parlamento europeo Dorfmann ha chiesto soldi per Belluno






L’europarlamentare ha descritto in aula a Strasburgo la situazione in provincia di Belluno e ha chiesto l’attivazione del Fondo di solidarietà.

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La questione bellunese del post-uragano di lunedì 29 ottobre è ora sui tavoli europei: a descrivere la situazione e a chiedere con urgenza interventi da parte dell’Unione Europea è stato l’europarlamentare Herbert Dorfmann, nel corso del suo intervento a Strasburgo in occasione della seduta plenaria. «Nel corso del mio intervento», riassume Dorfmann, «ho illustrato ai colleghi il disastro accaduto nel Bellunese e ho chiesto l’attivazione del Fondo di solidarietà». La settimana scorsa Dorfmann si era subito attivato per portare la questione nel dibattito della plenaria di questi giorni.


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Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea è nato nel 2002 per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all’interno del territorio dell’Unione. In questi 16 anni è stato utilizzato 80 volte in risposta a catastrofi naturali come inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 5 miliardi di euro a favore di 24 paesi europei: diversi gli interventi in Italia, dai terremoti di Molise, Abruzzo e Emilia-Romagna alle alluvioni del 2010 in Veneto ed altre catastrofi, per un totale di oltre 2,5 miliardi di euro di aiuti sul territorio nazionale.

«In questo momento nel quale una parte della politica italiana vede e dipinge l’Unione Europea solamente come grigia burocrazia, vincoli economici e intrusioni nelle attività dello Stato», continua Dorfmann, «penso sia importante ribadire il ruolo dell’Unione come sistema solidale che avvicina i popoli, sostenendoli nelle difficoltà. Ritengo che sia indispensabile e fondamentale una mobilitazione europea a seguito di questa alluvione. Sono state colpite centinaia di migliaia di persone e messo a dura prova un intero territorio, difficile, ma prezioso a livello economico, turistico e sociale come quello delle Dolomiti».

«I cittadini non hanno perso tempo e fin da subito si sono messi al lavoro, ma questo non vuol dire che le istituzioni debbano stare a guardare», conclude Dorfmann, «servono fondi, già si parla di oltre un miliardo di euro di danni ancor prima di aver ultimato le ricognizioni, e servono presto. Il mio intervento davanti agli europarlamentari di tutta l’Unione puntava proprio a questo: a far capire l’urgenza e la necessità di intervento a sostegno di una popolazione e di un territorio che stanno lottando per tornare in fretta alla normalità».


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