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Mercoledì 19 dicembre 2018 ‐ S. Dario

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Bruxelles, il benestare alla manovra italiana. Belgio, crisi di governo: il ruolo di Steve Bannon.

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Manovra, il via libera della Commissione europea. Dietro le quinte il lavoro di Tria, Moscovici e Dombrovskis

Oggi, attorno alle 12, è arrivato il "verdetto" positivo della Commissione europea sulla manovra finanziaria italiana. Presentata a ottobre, era risultata fuori dai parametri dell’Eurozona e dunque il governo Conte aveva dovuto provvedere a riscriverne vari capitoli e a ridimensionare le previsioni sul deficit dal 2,4% sul Pil al 2,04%. Il lavoro dietro le quinte del ministro Tria e dei commissari Moscovici e Dombrovskis ha portato a limare diverse voci e a tranquillizzare i ministri economici degli altri Paesi dell’area euro. Oggi la Commissione ha tenuto la sua riunione settimanale dalla quale è emerso il via libera alla manovra, evitando la procedura d’infrazione. Poi finalmente il passaggio al parlamento italiano.


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Ungheria, cresce la tensione per la "legge schiavitù" che regola gli straordinari. La parola al capo dello Stato

Ancora alta la tensione in Ungheria per la legge sugli straordinari, ribattezzata "legge schiavitù", che ha portato in piazza migliaia di persone in Ungheria in questi giorni contro il governo di Viktor Orban. I sindacati, sul piede di guerra, hanno chiesto oggi al capo dello Stato Janos Ader di non siglare la nuova normativa che aumenta il tetto degli straordinari fino a 400 ore l’anno, pagabili poi in tre anni. Se dovesse entrare in vigore, hanno annunciato, sarà battaglia, con una mobilitazione nazionale. Ader potrebbe firmare la legge prima di Natale, ma ci sono anche altre due opzioni: il presidente può infatti rimandare al Parlamento il testo contestato, per delle verifiche, oppure chiedere un controllo della Corte costituzionale.



Belgio, Global compact e internazionale sovranista, cade il governo Michel. Il ruolo di Steve Bannon

Il premier belga Charles Michel ha annunciato ieri le sue dimissioni in un discorso in parlamento, spiegando che comunicherà la sua decisione al Re. Nei giorni scorsi il Global compact sui migranti aveva provocato una spaccatura nell’esecutivo, con le dimissioni dei ministri fiamminghi. Il governo belga cade, di fatto, sotto i colpi dell’"internazionale sovranista" anti-migranti e dell’opposizione di socialisti e verdi. A innescare la crisi del governo blu-arancio era stata la decisione del premier di firmare il Global compact Onu per i migranti, cosa che poi ha fatto recandosi a Marrakech. Alla luce della posizione presa da Michel, Marine Le Pen e Steve Bannon (l’ex consigliere di Donald Trump), nel fine settimana dell’8-9 dicembre erano approdati a Bruxelles su invito del partito xenofobo e di estrema destra Vlaams Belang per attaccare non solo il premier, ma anche il partito nazionalista fiammingo N-va, da quattro anni al governo con liberali e cristianodemocratici. Le nuove elezioni si terranno in contemporanea con quelle europee il 26 maggio prossimo.



Nigeria, scontri tra pastori e agricoltori, migliaia di vittime. A rischio le elezioni del febbraio 2019

In Nigeria i crescenti scontri tra agricoltori e pastori semi-nomadi hanno ucciso oltre 3.600 persone dal 2016. I dati sono contenuti in un rapporto diffuso da Amnesty International che evidenzia la rapida escalation delle violenze avvenuta quest’anno, con più di 2.000 morti e migliaia di senzatetto. "La violenza – riferisce Al Jazeera – è spesso dipinta come etno-religiosa: i pastori fulani, principalmente musulmani, si scontrano con i contadini, principalmente cristiani. Ma molti analisti e politici attribuiscono al cambiamento climatico e all’espansione dell’agricoltura e della popolazione la causa primaria del conflitto, a prescindere dalla fede o dall’etnia". Dopo una stagione umida più tranquilla in estate, il timore è ora che gli scontri possano aumentare con l’inizio della stagione secca, che costringerà i pastori a spostarsi verso sud alla ricerca di terreni più verdi e riserve d’acqua, spesso attraverso terreni agricoli. L’aumento della violenza potrebbe influenzare le elezioni previste per il febbraio 2019.



India, appello per il Natale: "il governo protegga i cristiani durante le celebrazioni" del 25 dicembre

Il governo dell’India "fornisca protezione ai cristiani durante le celebrazioni del Natale". È l’appello lanciato da Thomas Jacob, rappresentante legale del gruppo Persecution Relief che si occupa di difendere i cristiani discriminati in India. Con una lettera indirizzata al ministro Rajnath Singh (e ripresa da AsiaNews), responsabile dell’ordine pubblico nel Paese, l’attivista chiede di garantire a tutti i cristiani che vivono in India la serenità delle celebrazioni del Natale. "L’India – afferma – è una repubblica democratica e, in quanto tale, tutte le persone, a prescindere dal credo, devono poter celebrare le feste a vicenda nel pieno spirito e con pieno entusiasmo". Anche molti cattolici condividono lo scopo della lettera-appello del gruppo protestante. Negli ultimi anni in India il periodo d’Avvento e del Natale è stato funestato da una serie di episodi violenti che hanno rovinato il clima di festa. L’ultimo è avvenuto lo scorso 15 dicembre in Assam, nel villaggio di Chapatoli, dove ignoti criminali hanno vandalizzato la chiesa cattolica di San Tommaso e la grotta della Madonna.



Stati Uniti, Shaima Swileh mamma yemenita con un figlio morente negli Usa ha ottenuto il visto

La madre yemenita di cui si sono occupate nelle ultime ore le cronache mondiali ha vinto la sua battaglia per ottenere una esenzione dal "travel ban" di Donald Trump che le consentirà di partire per la California e dare l’ultimo saluto al figlio Abdullah di due anni ormai in fin di vita. Shaima Swileh intende partire per San Francisco oggi, dopo aver ricevuto un visto dal dipartimento di Stato, come ha riferito Basim Elkarra, del Consiglio per le relazioni islamico americane. Il visto era stato negato perché lo Yemen è tra i Paesi messi al bando da Trump per motivi di sicurezza.


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