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Sabato 29 dicembre 2018 ‐ S. Tommaso Becket

Targhe straniere, «si inserisca nella norma un’eccezione»






De Carlo scrive a Salvini: «Usiamo il buon senso, altrimenti si lasciano a piedi tanti bellunesi e si favorisce uno spopolamento già galoppante».

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«Il risultato di questa novella, che avrebbe voluto ragionevolmente colpire determinate categorie di persone immigrate nel nostro paese per vivere e lavorare, ma che continuano a usufruire delle agevolazioni connesse all’acquisto di auto nei luoghi d’origine, è quello, invece, di porre in estrema difficoltà coloro che, da italiani residenti in Italia, gestiscono delle attività all’estero».


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A sottolinearlo è il deputato bellunese di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, che interviene sulla questione che nelle ultime settimane sta "tenendo banco" anche in provincia di Belluno, ossia l’entrata in vigore delle norme di modifica al Codice della strada, nello specifico gli articoli 93 e 132 sulla circolazione dei veicoli immatricolati all’estero. Per De Carlo la soluzione per evitare di colpire i cittadini onesti c’è ed è dettata dal buon senso: inserire nella normativa un’eccezione per questi lavoratori.

Il parlamentare cadorino si è rivolto direttamente al ministro dell’Interno Matteo Salvini, a cui ha inviato una lettera. «Ho volutamente scelto di evitare l’utilizzo di strumenti istituzionali, proprio per invitare a una riflessione sulle problematiche emerse in concreto», scrive De Carlo. «Dal punto di vista della regolamentazione dell’immigrazione e della prevenzione della criminalità, le nuove norme avrebbero certamente l’encomiabile scopo di colpire quegli individui che, pur vivendo e lavorando in Italia, utilizzano veicoli con targa straniera al fine di eludere il pagamento delle relative imposte, incontrando spesso peraltro agevolazioni sui premi assicurativi, e riuscendo talvolta ad evitare la notifica di contestazioni non contestuali all’infrazione». La norma, però, non tiene conto di un aspetto fondamentale: «In tale contesto è rimasta colpevolmente del tutto priva di considerazione un’intera categoria di cittadini e lavoratori che avrebbero meritato un’attenzione diversa», aggiunge De Carlo, «e che ora si trovano a dover fare i conti con una normativa incoerente, che li danneggia senza alcuna giustificazione e senza dare spazio a soluzioni ragionevoli».

Il deputato cadorino porta quindi l’esempio dei lavoratori bellunesi che, pur mantenendo la residenza in Italia, trascorrono diversi mesi all’estero per lavoro. Essi molto spesso hanno un’attività in proprio, che conducono per 7/8 mesi all’anno, per poi tornare in Italia nei mesi di chiusura. È il caso dei gelatieri. «Nel nostro paese questi concittadini posseggono degli immobili e investono i loro risparmi, così come spesso vi lasciano i figli, che da residenti frequentano le nostre scuole», mette in risalto. «Nei quattro o cinque mesi all’anno, normalmente quelli invernali, in cui questi lavoratori rientrano in Italia, lo fanno a bordo delle loro auto, che sono state acquistate in Germania perché è lì che trascorrono gran parte della loro vita lavorativa. In forza dell’attuale normativa, però, queste persone, a tutti gli effetti residenti in Italia (molti di loro sono originari di piccoli paesi in provincia di Belluno), non possono più circolare con la loro vettura munita di targa straniera, pena una salatissima sanzione amministrativa. È infatti accaduto recentemente che diversi bellunesi, nati e cresciuti in provincia, ma con un’attività in Germania e auto tedesca, in Cadore e nello Zoldano per i mesi invernali, siano stati sanzionati con una multa ammontante a 500 euro e con l’obbligo di tenere fermo il veicolo fino all’immatricolazione con targa italiana, da effettuarsi in sei mesi».

Le soluzioni offerte dal Decreto Legge sarebbero due, come ricordato dal deputato bellunese: il trasferimento della residenza all’estero, con conseguente iscrizione all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), oppure l’immatricolazione della propria autovettura in Italia.

«Entrambe pongono delle problematiche difficilmente superabili», sottolinea De Carlo. «Nei paesi montani bellunesi vi è una lunga tradizione di lavoratori (soprattutto gelatieri) che si spostano in diverse località estere per alcuni mesi all’anno al fine di seguire le loro attività. È del tutto evidente che una massiccia iscrizione all’Aire, in luoghi come questi, è destinata a far estinguere i comuni, a far drasticamente diminuire i servizi, a far scomparire le scuole e a favorire uno spopolamento già galoppante. Anche la seconda soluzione non appare percorribile. Questi lavoratori trascorrono circa otto mesi all’estero e quattro in Italia. Il risultato, del tutto paradossale, è che queste persone dovrebbero immatricolare l’auto in Germania per i mesi in cui si trovano lì e poi reimmatricolare il veicolo in Italia quando vi fanno rientro per il periodo di chiusura dell’attività, con una consuetudine forzata assurda e massacrante».

«Chiedo al ministro di intervenire sull’attuale legislazione al fine di inserire, per questi lavoratori, un’eccezione richiesta dal buon senso», conclude De Carlo.


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