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mercoledì 24 Aprile 2024,

Influenza, fase di picco anche in Veneto

Finora 255mila malati di cui 61.800 nell’ultima settimana considerata (2.500 in provincia di Belluno). Nove decessi e 41 casi gravi (di cui 5 nel Bellunese).

L’influenza stagionale sta arrivando al picco anche in Veneto e, secondo gli esperti della Direzione prevenzione della Regione, lo raggiungerà già in questa settimana o al massimo la prossima. Lo indica il settimo Rapporto Epidemiologico della Regione Veneto, elaborato sui dati raccolti dai 116 medici di famiglia che costituiscono la rete “sentinella” sul territorio nella settimana dal 28 gennaio al 3 febbraio, e diffuso oggi, venerdì 8 febbraio.

L’incidenza regionale, ancora in aumento, ha raggiunto 12,60 casi per mille residenti, leggermente inferiore a quella nazionale del 13,76 per mille, il che significa che in questa settimana si sono messi a letto circa 61.800 veneti, numero che sale a 255.500 dall’inizio della sorveglianza (partita a ottobre). Sulla base dei dati regionali l’Ulss Dolomiti stima che in provincia di Belluno nella stessa settimana vi siano stati circa 2.500 casi.

Il virus, si legge nel Rapporto, ha provocato finora 41 casi gravi con complicanze (di cui 5 in provincia di Belluno), con nove decessi, segnalati dall’Ulss Euganea (5), dalla Scaligera (2) e una ciascuno da Marca Trevigiana e Serenissima. Le persone colpite sono state per l’83% maschi, con un’età media di 56,4 anni. Tutti sono stati ricoverati nelle Terapie Intensive degli ospedali.

Come ogni anno, la fascia di età più colpita è quella pediatrica tra 0 e 4 anni (47,41 per mille), seguita da quella tra 5 e 14 anni (19,63 per mille), dalla fascia centrale, tra 15 e 64 anni (11,95 per mille) e, da ultima, quella degli over 65 (3,23 per mille).

«Secondo i nostri esperti – fa notare l’assessore regionale Lanzarin – il picco massimo sarà, alla fine, tra i più alti degli ultimi anni, ma la situazione, a parte qualche inevitabile e momentanea situazione di stress in alcuni Pronto Soccorso legato anche alla carenza di medici per l’emergenza urgenza, è stata affrontata, e lo sarà fino al termine delle necessità, con efficacia e una buona organizzazione, sia ospedaliera che territoriale».

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