Belluno °C

venerdì 26 Aprile 2024,

Un caffè che ha il sapore di dignità e giustizia

Oggi don Luigi Ciotti ha fatto visita alle titolari del bar "L'Insolita Storia" di Belluno, che dopo anni di battaglie sono riuscite a liberarsi dalle slot machine.

«Qui il caffè ha una vitamina in più: quella della dignità». Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, alle 15 di oggi, sabato 9 febbraio, è passato a bere il caffè al bar “L’insolita Storia”, in via Zuppani. Una scelta non fatta a caso: le due proprietarie del locale, Romana Serra e Giuliana D’Alberto, hanno infatti da poco vinto la loro battaglia contro le slot machine, ereditate dalla precedente gestione del locale. E don Ciotti, nel capoluogo per partecipare al convegno “Una rete contro l’illegalità”, non ha perso l’occasione – invitato da Coordinamento SlotMob Belluno, Libera Belluno e Scuole in rete – di esprimere tutta la sua solidarietà nei confronti di una decisione che ha definito «coraggiosa» e che spera «sia da esempio anche per altri locali».

La piaga del gioco d’azzardo interessa in modo pensante anche la provincia di Belluno. «Purtroppo c’è una legge che tutela lobby e compromessi», ha affermato don Ciotti. «Sono stati fatti dei passi avanti, ma viene permesso ancora tanto e troppo. Bisogna fare in modo che i locali abbiano la possibilità di uscire da una rete molto ambigua. Purtroppo c’è ancora parecchia ipocrisia e i meccanismi legislativi sono insufficienti. Trovare esercenti che hanno coraggio e lottano per anni è bellissimo».

Romana e Giuliana pensavano ormai da più di dieci anni di disfarsi delle due slot che avevamo nel locale, ma hanno sempre incontrato diversi ostacoli. Una volta era stata prospettata loro una penale salata da pagare, un’altra volta serviva l’autorizzazione specifica da parte dei Monopoli, poi c’erano altri cavilli da superare. Non è stato facile, ma hanno raggiunto l’obiettivo. «Gli ultimi quattro anni sono stati i più intensi», ha messo in risalto Giuliana. «Il contratto delle slot scadrebbe nel 2024, ma abbiamo voluto eliminare prima queste macchinette infernali». «Se dovessero obbligarvi a pagare penali, ci mobiliteremo tutti per darvi una mano», ha assicurato Ciotti. «Apprezzo molto il vostro impegno per liberare le persone da un vero e proprio “abbraccio mortale”, quello dell’azzardo».

Il fondatore di Libera ha voluto conoscere la storia del locale e ha ricordato le sue origini bellunesi, nello specifico da Pieve di Cadore. Bevendo il caffè dell’“Insolita Storia”, ha evidenziato «il sapore di verità e giustizia». «Nel nostro paese c’è un’incongruenza», ha aggiunto. «Da una parte si dice di voler combattere certe forme di dipendenza e dall’altra, invece, vengono fomentate. C’è un’ipocrisia politica di fondo».

All’“Insolita Storia” è stato consegnato un quadretto realizzato dai ragazzi della scuola media di Lozzo di Cadore nell’ambito del laboratorio di calligrafia. «Una scuola che fa parte dell’Istituto comprensivo di Auronzo, che aderisce a Libera», ha ricordato Piermario Fop, presidente di Libera Cadore presidio “Barbara Rizzo”. «I ragazzi sono stati coinvolti in un progetto sulle dipendenze: sul quadretto sono inserite alcune parole significative, che mettono in evidenza il percorso di chi è prima attratto dalla luce delle macchinette e arriva poi a perdere la dignità. Fino a quando si rende conto di quel che sta facendo e comincia a risalire. Si tratta di un dono che facciamo agli esercenti consapevoli e liberi, che hanno avuto il coraggio di rinunciare all’entrata economica delle slot. Entrata anche importante, ma a scapito della vita e delle altre persone».

«Fino a poco tempo fa il problema del gioco d’azzardo era poco conosciuto in provincia», ha fatto presente Marco Rossato, del Coordinamento SlotMob Belluno, presente insieme ad altri componenti dell’associazione. «Abbiamo lavorato molto per “alzare il velo” e c’è ancora parecchia strada da fare». All’“Insolita Storia” c’erano anche Franco Chemello, coordinatore delle Scuole in rete; Paolo Bello, consigliere comunale e psicologo del Servizio dipendente dell’Ulss 1 Dolomiti; don Lorenzo Menia, parrocco di Santo Stefano, a Belluno.

Don Ciotti, questa mattina, ha anche incontrato gli studenti della scuola media di Ponte nelle Alpi. «Una mattinata bellissima», ha detto il sindaco, Paolo Vendramini, «in cui i ragazzi sono stati molto bravi nelle riflessioni, domande e idee, dimostrando competenze, conoscenze, coraggio».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d