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mercoledì 24 Aprile 2024,

Le donne bellunesi nel mondo a Casa Padre Kolbe di Pedavena

Con Luciana Tavi (a sinistra nella foto) si è reso onore all’emigrazione femminile e alle balie da latte.

È iniziata alla Casa Padre Kolbe di Pedavena una collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel Mondo per una serie di incontri incentrati sul tema dell’emigrazione e su come questa sia stata vissuta e percepita dagli anziani ospiti. Il primo appuntamento, fortemente voluto dal direttore di Casa Kolbe, Roberta Bortoluz, ha visto la presenza della signora Luciana Tavi che, in qualità di consigliere dell’Abm, ha trattato il fenomeno dell’emigrazione femminile e delle balie da latte. Si è voluto così rendere omaggio a donne forti e coraggiose che, per il bene della famiglia e sacrificando in parte loro stesse, andavano a lavorare all’estero: donne che lasciavano le loro amate montagne per cercare un futuro migliore, incuranti della fatica, delle difficoltà e delle novità che avrebbero trovato in terra straniera.

A questo proposito si è ricordato, grazie anche all’intervento dell’assessore comunale Cristiano Velo, la figura di Anna Rech, vedova pedavenese di fine Ottocento partita per il Brasile con i suoi sette figli all’età di 47 anni riuscendo addirittura a fondare un piccolo paese che oggi conta più di 20mila abitanti e che porta il suo nome, Ana Rech.

Ad arricchire ulteriormente il dibattito ci hanno pensato volontarie ed ospiti della Struttura con racconti di episodi personali legati all’emigrazione in Svizzera, con poesie sulla donna vista come focolare domestico e promotrice di vita e con la testimonianza dell’ostetrica Maria Pollaci di Pedavena che ha dichiarato di essersi finalmente concessa la meritata “pensione” dopo aver fatto nascere pochi mesi fa il suo ultimo bambino (uno dei 7600 nati grazie a lei) all’età di 94 anni.

1 commento

  • PREMESSA:
    Parlo da uno che di migrazione ne ha vissuta direttamente ed indirettamente
    -mia nonna materna è stata balia ad ivrea
    -mia mamma e mia Zia è stata a “servir” a Milano ed in svizzera.
    -Mio papa e tanti miei zii hanno lavorato in giro per il mondo.
    -io sono stato iscritto Aire per qualche anno avendo lavorato all’estero in Africa per qualche decina d’anno
    BALIA DA LATTE
    Vorrei far notare come allo sfruttamento della donna vengano applicati due pesi e due misure.
    Una Donna, che si accorda con una altra persona per concedere parte del suo corpo a questo, in cambio di benefici monetari o altro, senza coinvolgere terze persone, nella piena capacità di intendere e di volere, viene considerata una “donnaccia” prostituta o “puttana”.

    Una donna, indotta dalla povertà, decide di donare il proprio latte, togliendoselo dal seno, a scapito del suo neonato .
    Il figlioletto verrà nutrito alla belle e meglio con latte di mucca, o capra quando andava bene bene.
    Il latte naturale della puerpera servirà ad allattare il figlio di neo madri ricche, abbienti, che magari avevano solo il cruccio che gli si rovinasse il candido seno.
    In questo caso lo scambio di merci comporta il coinvolgimento di una terza persona: il figlio vero della balia, che è l’innocente , costretto a crescere senza la presenza rassicurante della madre e allevato malamente a causa della sua povertà.
    I tempi , le politiche, i potenti e la chiesa, hanno fatto si che questo ladrocinio sia stato “santificato” .
    Si condanna la puttana e si celebra la balia poveretta !!!!

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