Oderzo meta di una gita del Touring Club Italiano. Proprio il Touring l’ha nominata «Città più porticata d’Italia», perché i portici sono uno dei suoi simboli e ne sono dotati praticamente tutti gli edifici del centro storico, così come i palazzi sorti negli ultimi quarant’anni. Il bellunese Eldo Candeago, Console Tci, l’ha dunque scelta e proposta per una recente visita.
I soci Touring, una cinquantina, sono dunque confluiti a Oderzo accompagnati da Giuliano Ros operatore del Turismo Religioso, Maria Teresa Tolotto direttrice del Museo del Duomo e Cristina Vendrame dell’associazione Athena sono stati condotti nei luoghi più significativi della storia della città. Un percorso che non ha trascurato le varie fasi storiche: dalle antiche origini della romana Opitergium, all’impianto medievale e rinascimentale con i palazzi affrescati realizzati dal Quattrocento al Settecento.
Non sempre facili da decifrare le varie fasi della trasformazione della città. La sua posizione strategica (una strada la congiungeva anche ad Altino e al mare) infatti, la condannò a distruzioni periodiche, l’ultima nel 452 a opera di Attila, e solo nel XIII secolo riprese la propria funzione di mercato e venne costruita la cinta muraria, che già nel XVI secolo si rivelò insufficiente a contenere l’espansione edilizia. Occorre quindi un occhio attento e la spiegazione degli studiosi per individuare talvolta i resti di questo o quel periodo. Vale anche per le chiese, come ad esempio quella di Santa Maria Maddalena già pertinenza di un monastero soppresso da Napoleone, o dell’Annunciata di antica matrice camaldolese.
Ma tutto porta al cuore dell’antico centro: piazza Grande. Un grande spazio cinto da edifici quattro-cinquecenteschi dove spiccano da un lato palazzo Buoncompagni-Saccomani ricoperto da affreschi, e dall’altro, frammezzato da porta Trevisana, il duomo di San Giovanni Battista, adattamento cinquecentesco di un edificio gotico fondato probabilmente nei primi secoli del cristianesimo, che all’interno a navata unica, conserva alle pareti tele di Tintoretto, Pomponio Amalteo e Palma il Giovane; e affreschi di Andrea Bellunello e di Antonio Zago da Bergamo. Una Oderzo che gode anche di un territorio ricco d’acque e coltivato a vigneto già tremila anni fa. Una tradizione che continua con modalità e tecnologie moderne, grazie alla Cooperativa Opitergium Vini fondata nel 1947 e presentata al gruppo Touring dall’attuale presidente Corrado Cester e dall’assessore comunale Lara Corte.
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