Giovedì 11 aprile alle 18, nella sala riunioni dell’ospedale San Martino di Belluno, il direttore del Dipartimento per le dipendenze, Alfio De Sandre, e lo psicologo del SerD di Feltre, Luigi Turco, affronteranno il tema: «Gioco d’azzardo. È ancora possibile chiamarlo gioco? L’infelicità di vincere facile».
Nel Bellunese il gioco d’azzardo è molto diffuso. Le persone seguite dal Servizio dipendenze dell’Ulss 1 Dolomiti con una diagnosi di dipendenza da gioco sono 69. Nei distretti di Belluno e di Feltre, è presente anche un gruppo AMA di supporto, oltre agli altri servizi erogati dal SerD. Il Dipartimento per le dipendenze, inoltre, in collaborazione con gli enti e i Comuni della Provincia, sta portando avanti un’attività di prevenzione e contrasto delle dipendenze da gioco d’azzardo sul territorio per interventi tesi a definire orari di utilizzo dei punti gioco e loro dislocazione sul territorio (nello specifico le distanze dai luoghi sensibili) che rappresentano tangibili segni di cambiamento culturale.
Negli ultimi anni – sottolinea l’Ulss – il nostro territorio è stato gravemente colpito da queste problematiche. Il volume totale delle giocate in provincia ammonta per il 2017 a oltre 260 milioni con una media pro capite di 1.258 euro all’anno. Nessun Comune del Bellunese è immune da questo fenomeno e la giocata media pro capite, seppur di poco, supera quella veneta e nazionale. L’età media di 58,8 anni per le donne e di 51,1 per gli uomini, fa comprendere come questa problematica si inserisca in un percorso di vita avviato e nel pieno del suo sviluppo, relazionale, famigliare e lavorativo. Questi problemi infatti colpiscono non solo il singolo, ma tutta la società e in primo luogo il sistema familiare.
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