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sabato 27 Aprile 2024,

Ferltre, Hydro srl fa ricorso al Tar contro le prescrizioni sul monitoraggio degli inquinanti

La ditta chiama in causa la Provincia di Belluno, in solido con il Comune di Feltre e l’Arpav. Perenzin e Bonan: «L'azienda ha perso una buona occasione per dimostrare, nei fatti, la propria attenzione proattiva alla salute dei cittadini e alla tutela del territorio».

Hydro Italia srl, l’azienda proprietaria dello stabilimento di fusione ed estrusione dell’alluminio situato nei pressi del centro di Feltre, ha deciso di ricorrere al Tar contro alcune prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata richiesta alcuni mesi fa in relazione al progetto di sviluppo della fabbrica. Nel provvedimento recapitato nei giorni scorsi al Colle delle Capre Capre, la ditta chiama in causa la Provincia di Belluno, ente autorizzatore, in solido con il Comune di Feltre e l’Arpav, in primis proprio sulla questione della richiesta del monitoraggio in continuo delle emissioni di diossine e benzopirene richieste dal Comune.

L’azienda, che nel frangente non ha chiesto la sospensiva del provvedimento autorizzativo, annuncia anche la richiesta di un risarcimento danni computato in 90 mila euro per il 2019 (per l’installazione della linea di monitoraggio) e di 32.500 euro annui (il costo ipotizzato per l’esecuzione dei campionamenti quindicinali sulle emissioni di inquinanti e le manutenzioni), per i 10 anni successivi.

«Hydro ha perso una buona occasione per dimostrare, nei fatti, la propria attenzione proattiva alla salute dei cittadini e alla tutela del territorio», commenta il sindaco di Feltre Paolo Perenzin. «Il ricorso è un fatto sgradevole e inaccettabile, ma potrebbe creare un caso destinato a segnare la giurisprudenza su questo tema anche ben oltre i confini bellunesi o veneti. Quello che è certo è che sosterremo tutte le nostre ragioni il contraddittorio e faremo fino in fondo la nostra battaglia a tutela della salute dei cittadini, che è il bene primario che ha guidato ogni nostra scelta su questo tema».

«Non possiamo credere che somme di questo genere possano mettere in crisi un gruppo mondiale di questa portata, a fronte di un progetto che prevede un incremento produttivo – e quindi economico – che, per quanto attiene all’impianto di fusione, è nell’ordine del 40%», gli fa eco l’assessore all’ambiente del Comune di Feltre Valter Bonan. «Dopo il confronto avvenuto nei mesi scorsi con le organizzazioni sindacali e i lavoratori dello stabilimento di Feltre, coinvolgeremo in un dibattito aperto tutta la cittadinanza, perché vogliamo che ogni decisione sia partecipata e condivisa. Resta il fatto che a muoverci è, anzitutto, il principio di precauzione. L’ubicazione geografica e la collocazione urbanistica dello stabilimento Hydro di Feltre rappresentano un unicum, per la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, che non può essere paragonato ad altre situazioni similari solo sul piano produttivo: il caso Feltre potrebbe essere destinato a fare scuola».

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