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sabato 20 Aprile 2024,

Monsignor Slongo, sacerdote dalle virtù eroiche

Nella mattinata di oggi, giovedì 2 maggio, è stata inaugurata al Liceo Lollino di Belluno la mostra dedicata a una figura instancabile e coraggiosa.

Un’instancabile e coraggiosa figura sempre pronta a lavorare per la sua comunità. Monsignor Antonio Slongo ha lasciato un’impronta non indifferente in quanti lo hanno conosciuto e proprio a lui è dedicata la mostra inaugurata oggi, giovedì 2 maggio, al Liceo Lollino di Belluno. Le foto e i pannelli, esposti nel chiostro della scuola, raccontano la vita di monsignor Slongo a Faller, suo paese natale, l’impegno pastorale civile e sociale, in particolare durante la prima e la seconda guerra mondiale.

«Fu un sacerdote dalle virtù eroiche», ha evidenziato Tarcisio Slongo, nipote di monsignor Antonio e presidente del Comitato per la canonizzazione, sorto con l’obiettivo di raccogliere documenti e testimonianze per collaborare con la chiesa locale al fine di istruire l’iter necessario all’avvio, appunto, della canonizzazione, e per promuovere iniziative che consentano di divulgare la conoscenza della vita e della spiritualità di una figura che non dimenticò mai di sostenere i più poveri e gli indifesi.

«Il vescovo ha desiderato che questa mostra, dopo essere stata portata in diverse località della provincia, trovasse collocazione negli spazi della scuola», hanno ricordato don Elio Larese, preside del Liceo Lollino, e don Giacomo Mazzorana, che ha illustrato agli studenti i contenuti dell’esposizione. «Una scelta non fatta a caso», ha aggiunto don Giacomo, «in quanto monsignor Slongo, pur così lontano nel tempo, ha molte cose da dire ai ragazzi di oggi. Non dimentichiamo che si formò proprio qui al Lollino (una sua foto nel chiostro rinascimentale della scuola). Dopo Caporetto, si trasferì a Padova, dove si laureò con lode. La sua passione per la cultura emerse in tantissime occasioni: basti pensare che dedicò uno studio al calice del Diacono Orso, conservato al Museo diocesano di arte sacra di Feltre. Il più antico calice eucaristico dell’Occidente».

Don Mazzorana ha poi ricordato il coraggio dimostrato da monsignor Slongo durante la guerra e la sua personalità, mai chiusa in se stessa e sempre pronta ad aprirsi agli altri, soprattutto ai più poveri. «Dovete ricordarvi che Slongo fu una persona appassionata della pace», ha detto ancora don Giacomo parlando ai ragazzi del Lollino. «Dal 14 ottobre al 17 novembre del 1940 fu incarcerato a Baldenich, soltanto perché, durante una predica del 6 ottobre di quell’anno, aveva pregato la Madonna invocando e difendendo la pace. Il duo discorso fu ascoltato dai fascisti, che lo accusarono di andare contro il regime e di essere un disfattista».

La presentazione della mostra è stata intervallata dalla lettura di alcuni brani tratti dal diario di monsignor Slongo, oltre che alcune testimonianze di emigranti, soldati, vescovi diocesani e gente di ogni estrazione sociale.
Monsignor Slongo fu uno dei sacerdoti tra i più eminenti della provincia nella prima metà del ‘900. Nato a Faller di Sovramonte il 19 ottobre 1897, prestò il suo servizio a Lamon per 35 anni, dal 1923 fino alla morte, il 19 settembre 1958. La mostra mette in primo piano un racconto che spazia dall’impegno quotidiano di monsignor Slongo per sostenere i più poveri, agli episodi in cui, pur in pericolo di morte, difese la vita di un intero paese dall’incendio e la popolazione di Lamon dalle rappresaglie tedesche nel corso della seconda guerra mondiale. E ancor prima, nel novembre 1917, da chierico, il suo intervento decisivo per portare in salvo la terza Compagnia del Btg. Tagliamento sfuggita alla cattura tedesca dopo la disfatta di Caporetto: da Faller al Monte Grappa la notte prima che il Feltrino fosse invaso dalle truppe austroungariche.

«Medaglia d’argento al Valor militare», ha ricordato ancora don Mazzorana, «monsignor Slongo fa emergere nel suo diario una personalità biblica. Trovava forza proprio nella Bibbia, soprattutto in San Paolo».

L’esposizione, a ingresso gratuito e patrocinata dai Comuni di Lamon, Sovramonte, Fonzaso e Feltre e dall’Associazione Bellunesi nel mondo, è visitabile fino al 25 maggio nei giorni feriali, dalle 8 alle 19.

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