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venerdì 19 Aprile 2024,

Schede ospedaliere approvate in via definitiva dalla Giunta veneta

Il presidente della Regione: «trovato equilibrio tra tutte le necessita». L’assessore regionale: «scelte che privilegiano i bisogni e una realtà cambiata».

La Giunta regionale del Veneto ha approvato oggi, martedì 14 maggio, in via definitiva, le nuove schede ospedaliere che, sulla base del Piano socio-sanitario 2019-2013 già in vigore, ridisegnano la dotazione di posti letto, reparti e primariati nel settore pubblico.

Il sistema ospedaliero regionale potrà contare su un totale di 17.990 posti letto contro i 17.861 della precedente programmazione (129 in più), dei quali 14.901 per acuti (compresi 398 da utilizzare per pazienti provenienti da fuori Veneto); e 3.089 per la riabilitazione (compresi 274 per pazienti da fuori Veneto). A questi si aggiungono 2013 posti letto nelle strutture intermedie, pensate per assistere al meglio i pazienti nella fase intermedia tra l’acuzie e il rientro a casa. I primari, che guideranno altrettanti Reparti, saranno 772.

I numeri generali sono in sostanziale aumento – sottolinea la Regione – sia rispetto alla precedente programmazione del 2013, sia rispetto alla prima proposta inviata dalla Giunta alla Quinta Commissione del Consiglio regionale, valutata dalla Commissione con l’espressione del parere dopo approfondita discussione, e infine ritrasmessa alla Giunta per l’approvazione finale. Generalizzato è anche l’aumento rispetto al tasso reale di occupazione dei letti monitorato costantemente nei 5 anni precedenti.

La nota della Regione che comunica l’approvazione delle schede ospedaliere non entra nel merito delle scelte effettuate nei vari territori rimandando, per questo aspetto, alle conferenze stampe che saranno convocate domani, mercoledì 15 maggio, da parte delle diverse Ulss.

«Come abbiamo sempre garantito nonostante i catastrofismi fatti circolare a piene mani – ha sottolineato da parte sua il presidente della Regione – è stato cercato e trovato il giusto equilibrio tra i vari fattori che determinano le scelte programmatorie in sanità: le reali necessità della gente, l’evoluzione delle condizioni di salute generali, lo sviluppo delle tecnologie, le normative nazionali non valicabili, le indicazioni e i suggerimenti arrivati dalla Quinta Commissione e le esigenze e aspirazioni espresse dai territori. Non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivisitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura».

Soddisfatta anche l’assessore alla Sanità e Sociale, che evidenzia alcune caratteristiche delle nuove schede. «Esse – dice – tengono conto di fattori generali fondamentali come l’aumento delle cronicità e dell’aspettativa di vita, il calo generalizzato in tutta Italia della natalità, l’ingresso di tecniche chirurgiche innovative che hanno diminuito fortemente l’invasività di molti interventi e, di conseguenza, la durata dei ricoveri, i paletti posti dal DM 70/2015 nazionale, che è però datato e va rivisto come si sta già discutendo a livello nazionale, principalmente su iniziativa delle Regioni. È inoltre significativo – aggiunge – il dato di fatto che vede tutte le dotazioni assegnate per le aree medica, chirurgica, di terapia intensiva, materno infantile e riabilitativa superiori al tasso di occupazione medio degli ultimi 5 anni, il che significa che nessuno che ne abbia bisogno resterà senza il posto letto. Mi aspetto una grande efficacia – aggiunge l’assessore – anche dalla nuova organizzazione per le post acuzie e la riabilitazione, con i reparti di riabilitazione funzionale che sostituiranno progressivamente le lungodegenze, ma senza sospendere il servizio e l’assistenza nemmeno per un giorno, e con una valida dotazione dei posti letto nelle strutture intermedie».

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