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giovedì 25 Aprile 2024,

Lavoro agile e nuove forme di welfare contro lo spopolamento della montagna

Durante un convegno a Longarone, martedì 28 maggio, si è parlato di come l'impresa può portare il suo contribuito innovando non solo dal punto di vista di macchinari e produttività, ma anche sul fronte sociale.

In cinque anni l’alta Provincia di Belluno ha perso 3000 abitanti, nonostante un tasso di disoccupazione tra i più bassi del Veneto e d’Europa e un tessuto manifatturiero-produttivo che “tiene”. Con questo paradosso, evidenziato dal presidente del Gal 1 Alto Bellunese Flaminio Da Deppo, si è aperto a Longarone il convegno dedicato al “lavoro agile”, organizzato da Reviviscar nell’ambito del progetto “Co-working, Smart Working & Laboratorio Urbano”, finanziato nell’ambito di Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020 Clld Dolomiti Live.

«Il territorio del Gal Alto Bellunese conta 68 mila abitanti ma il trend demografico è negativo in tutto il territorio. Nessun comune aumenta di numero», la premessa di Da Deppo. «Eppure il lavoro c’è e ci sarebbe perché continuiamo ad avere aziende importanti, sia grandi che pmi, che offrono crescita e opportunità». Recuperare attrattività quindi sembra la parola d’ordine per rendere più appetibile il lavoro tra le valli dolomitiche: da qui il convegno, promosso da Reviviscar con i contributi del Gal Alto Bellunese e dedicato alle nuove forme di lavoro, in particolare allo smart working.

«Il mondo dell’impresa può portare il suo contributo innovando non solo sul fronte dei macchinari e della produttività, ma anche dal punto di vista del welfare e delle nuove forme contrattuali», il messaggio della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton. «Dobbiamo trovare nuove formule per arrestare la fuga di cervelli e di manodopera. È un problema di tutte le aree montane che abbiamo illustrato recentemente, come Confindustria per la montagna, anche al ministro Stefani».
Sui possibili benefici dello “Smart working” nelle zone più periferiche e montane si sono concentrati il direttore di Confindustria Belluno Dolomiti Andrea Ferrazzi e Antonella Mauro, ricercatrice di Adapt.

Lo smart working (o lavoro agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro che conferisce ai dipendenti una maggiore flessibilità organizzativa, possibilità di scelta degli spazi e degli orari per meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro, senza trascurare gli obiettivi aziendali ma semplicemente utilizzando una diversa impostazione. Mauro si è concentrata sugli aspetti giuridici della recente norma in materia, sui livelli della contrattazione collettiva e aziendale e sugli esempi derivanti da altri Paesi dove lo smart working è pratica consolidata.

Il progetto vede Reviviscar collaborare, in un’ottica transfrontaliera, con lo Spazio laboratorio urbano del Comune di Lienz e con l’Agenzia sviluppo città di Brunico. «La collaborazione tra realtà montane, di più regioni e paesi, è un valore aggiunto e la strategia DolomitiLive ci ha permesso di attivare – all’interno del programma Interreg Italia-Austria – 30 progetti di ricerca, cultura, informazione», ha ribadito Da Deppo. «Il nostro invito è quello di continuare a fare progetti e rivolgersi ai nostri uffici». Un nuovo incontro di sensibilizzazione sul tema dello smart working è previsto ad Agordo per il 12 giugno.

2 commenti

  • Sarebbe bello avere l’opportunità di lavorare e trovare alloggio.

  • Credo che la mancanza di servizi dovrebbe essere al centro del dibattito sullo spopolamento della montagna, a cominciare dalla sanità , la viabilità , la completa mancanza di banda larga …
    I convegni servono a poco , bisogna passare ai fatti , riconoscendo che in provincia di Belluno abbiamo due tipi di montagna , quella alta dov’è lo spopolamento è molto accentuato , dove i paesi si sono svuotati e la Valbelluna che è un altra realtà .

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