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venerdì 19 Aprile 2024,

Comelico-Pusteria, De Carlo: «Il 1 giugno la montagna ha preso in mano il suo destino»

La replica del deputato cadorino alla lettera di Mountain Wilderness dopo la manifestazione pro collegamento.

«Rassegnatevi, qui non si svende la montagna: è la montagna che per anni ha visto svendere il suo futuro da una politica metropolitana e da qualche fanatico ecologista della domenica. Il primo giugno la montagna ha preso il suo destino in mano». Parole del deputato cadorino Luca De Carlo, che replica duramente alla lettera di Mountain Wilderness sulla manifestazione pro collegamento Comelico-Pusteria. Manifestazione che si è svolta lo scorso 1 giugno, richiamando tra Candide e Padola quasi 3 mila persone.

«Stiamo assistendo all’assassinio della montagna, proprio nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, nel decimo anno del suo anniversario», ha scritto Mountain Wilderness. «Certi antropologi dovrebbero preoccuparsi di questo invece di prendersela con il lupo o con l’ambientalismo; dovrebbero riflettere sui meccanismi che hanno portato i montanari a divenire succubi della cultura urbana al punto da rinnegare le proprie radici. Il riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell’Umanità implica una responsabilità di tutti verso il mondo intero, relativamente alla tutela e alla conservazione dell’integrità del territorio (Rapporto di Siviglia 2009)».

«Se la manifestazione del 1 giugno in Comelico è la fine della montagna, o tutte le tremila persone che erano presenti sono dei pazzi autodistruttivi, istituzioni comprese, oppure chi afferma questo conferma di non sapere nulla della montagna», replica De Carlo. «Eravamo tremila persone, ma un posto per gli ambientalisti in piazza lo avremmo trovato, se avessero voluto venire di persona a spiegarci la loro posizione. Invece è molto più comodo attaccare i barbari montanari che vivono tutto l’anno il loro territorio, falce in mano e gerla in spalla, dal comodo salottino di città».

«Non ci stiamo più a far decidere del nostro futuro a qualche ufficio romano o veneziano, o da qualche ambientalista cittadino», conclude il sindaco di Calalzo. «Il nostro pensiero non è fango, è semplicemente la stanchezza di vedere gente che non ha mai preso un rastrello in mano pontificare e dettare le regole a casa degli altri».

1 commento

  • Grande uomo
    Grande Sindaco Grande politico centrato il problema del nostro voler vivere in montagna terra amata dura talvolta ingrata ma amata.. La nostra terra e nostra noi vogliamo vivere qui restare qui nelle nostre radici di montanari e fieri di esserlo…qui hanno
    Vissuto i ns avi i ns genitori e qui vogliamo vivere noi è i figli dei nostri figli .. Amata terra .. Luca montanaro
    Doc grazie noi non molliamo grazie

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