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giovedì 25 Aprile 2024,

Onorificenza Lions a Cristina Balest per il Progetto Alzheimer di Sersa

Consegnato un contributo al comune di Belluno per il percorso archeologico di Lambioi. Scambio al vertice del Club fra Tiziana Roncada e Antonio Prade.

Il Lions Club Belluno ha conferito la «Melvin Jones Fellowship», massima onorificenza lionistica per i non-Lions distintisi nel servizio umanitario, alla dott. Cristina Balest, educatrice, referente del Progetto Alzheimer di Sersa. La consegna è avvenuta nell’ambito dell’incontro svoltosi al Park Hotel Villa Carpenada di Belluno durante il quale c’è stato anche lo scambio del martello tra l’attuale presidente, Tiziana Roncada, e il presidente per l’anno sociale 2019-2020, Antonio Prade.

Durante la serata vi è stato l’ingresso nel Club di tre nuovi soci e la consegna al comune di Belluno dei fondi raccolti dal Club e destinati al nascente percorso archeologico del parco di Lambioi. Il progetto del comune di Belluno riporterà sull’argine del Piave le pietre del castello e delle mura medievali tornate alla luce dopo l’alluvione, per raccontare la storia della città dalla costruzione del castello, all’età napoleonica, fino ad oggi.

La premiazione della dott. Balest è stata particolarmente sentita, in quanto il Lions Club è da sempre vicino alla Residenza per anziani «Gaggia Lante» di Belluno con un suo service destinato a sostenerne le attività. Si tratta di un riconoscimento che va a tutta l’equipe multidisciplinare, coordinata dalla dott. Balest. «Conosciamo bene il loro impegno e la dedizione nei confronti dei malati affetti da demenza e delle famiglie, spesso devastate da questa patologia», ha sottolineato la presidente Tiziana Roncada.

Questa la motivazione letta dalla responsabile del «Service case di riposo», Luciana Zollino: «Per l’impegno e la dedizione profusi a gestire e a promuovere, insieme all’equipe multidisciplinare del Progetto Alzheimer di Sersa, interventi e strategie assistenziali a favore degli anziani affetti da demenza e delle loro famiglie a domicilio, mirati alla miglior conoscenza della malattia e della sua evoluzione, ma soprattutto per aver saputo coniugare competenze professionali importanti con l’attenzione costante agli aspetti umani della relazione di cura, nel rispetto della dignità e dell’autonomia delle persone affette da demenza e dei loro familiari, per una gestione il più possibile adeguata e vicina alle esigenze di ognuno».

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