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mercoledì 24 Aprile 2024,

Operazione “Narkoweb”, tre le persone arrestate per traffico di droga via internet, con pagamenti anche in bitcoin

Un’indagine condotta dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Belluno ha portato allo scoperto un giro di spaccio di sostanze stupefacenti acquistate in quello che viene definito “dark/deep web”.

Traffico di droga in “deep web” e pagamento anche in bitcoin, ossia con monete virtuali. La rete internet ospita un mercato nero e il territorio bellunese non ne è immune. Un’indagine condotta dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Belluno ha portato allo scoperto un giro di spaccio di sostanze stupefacenti acquistate in quello che viene definito “dark/deep web”, vale a dire il web sommerso, che non è direttamente accessibile e non è indicizzato dai motori di ricerca tradizionali. Due le persone arrestate in flagranza di reato, una terza su ordinanza di custodia cautelare al domicilio. Si aggiungono una quarta persona deferita all’autorità giudiziaria e altre tre segnalate alla Prefettura come assuntrici di sostanze stupefacenti.

I dettagli dell’operazione “Narkoweb” sono stati illustrati oggi, lunedì 17 giugno, al Comando dell’Arma. L’indagine è stata cooodinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Belluno e dalla Direzione centrale per i servizi antidroga. Sono stati sequestrati 272 grammi di anfetamina; un chilogrammo e 300 grammi di marijuana; vari computer, cellulari, sim, agende contenenti la contabilità dell’attività di spaccio e il materiale per il peso e il confezionamento dello stupefacente. Sottoposti a sequestro anche 1.500 euro in contanti; 4.300 in conti online; 2 dollari Usa in conti on line e 0,1102 bitcoin.

L’anfetamina sottoposta a sequestro.

Le indagini sono iniziate nel gennaio del 2018, quando la Direzione centrale per i servizi antidroga aveva segnalato il sequestro da parte delle autorità delle dogane tedesche di un pacco contenente 265 grammi di anfetamina e diretto a una persona residente a Belluno. Gli approfondimenti successivi hanno coinvolto anche Europol ed è emerso che le sostanze stupefacenti sono state reperite nel “dark web” e pagate con monete virtuali. «Il web che tutti conosciamo rappresenta solo una parte delle pagine complessivamente disponibili online, circa il 4% di internet», hanno spiegato i Carabinieri. «Il “deep web”, o “invisible web”, costituisce circa il 90% di internet; il “dark web” o “dark net” circa il 6%».

Marijuana sottoposta a sequestro.

Nel “deep web” ci sono i contenuti che non possono essere trovati attraverso i comuni motori di ricerca, ma ai quali si può accedere tramite un normale browser se si conosce l’indirizzo. Per esempio, testi accademici e scientifici, documenti legali, cartelle mediche, risorse contenute in database governativi o di aziende private. Il “dark web” è invece un sottolivello del “deep web” e non utilizza il consueto protocollo web “http”. Si compone di pagine con un dominio .onion e al suo interno è cresciuto anche il mercato nero, dove è anche possibile trovare droga, armi, assoldare killer, solo per fare qualche esempio.

Le indagini hanno permesso di identificare come destinatario del pacco sequestrato in Germania un anziano di origini campane residente nel capoluogo, ma dagli approfondimenti successivi non sono emersi elementi riconducibili all’attività di approvvigionamento e spaccio di sostanze stupefacenti. Fin da subito si è ipotizzato il profilo del reale destinatario, il quale doveva avere delle conoscenze informatiche molto avanzate, in particolare capacità di districarsi nel “dark web” e con le monete virtuali. Si è anche ipotizzato che potesse essere: un famigliare/conoscente dell’anziano di origini campane; una persona con la possibilità di maneggiare la corrispondenza prima della consegna all’ignaro destinatario; qualcuno orbitante nelle società di corrieri o servizi postali.

La svolta un mese dopo, nel febbraio 2018, quando i militari della Stazione Carabinieri di Trichiana hanno sequestrato a un giovane di Lentiai alcuni grammi di marijuana e anfetamina. L’attività d’indagine, coadiuvata da questo Nucleo investigativo, ha permesso di identificare lo spacciatore in un trentenne residente a Trichiana, con precedenti per truffe attraverso internet e che lavorava, come padroncino, per una società incaricata da Poste Italiane per il trasporto della corrispondenza. Una perquisizione domiciliare a carico dell’anziano di origini campane residente a Belluno, effettuata nel luglio del 2018, ha permesso di reperire nuovi e validi elementi probatori. In contemporanea sono state effettuate altre due perquisizioni domiciliari a Trichiana, a carico di un quarantenne di origini pugliesi, dipendente di Poste Italiane, e del trentenne trichianese di cui si parlava prima. Nelle abitazioni sono state rintracciare e sequestrare diversi pacchi spediti dalla Spagna e contenenti, in totale, 1 kg di marijuana, oltre che a computer, cellulari, sim, materiale per il peso, confezionamento e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le due persone residenti a Trichiana sono state tratte in arresto in flagranza di reato. Intestando schede telefoniche a persone fittizie e creando falsi profili whatsapp, il trichianese contattava delle persone, in risposta a degli annunci nel web, che si candidavano per qualsiasi tipologia di lavoro, fra cui l’anziano pensionato di origini campane residente a Belluno e uno straniero residente in Valbelluna. Fingendo di essere il responsabile di una società di consegna di corrispondenza privata, realmente esistente in Italia, reclutava le ignare persone per il recapito di corrispondenza. Questi, nello specifico, dovevano ricevere dei pacchi indirizzati a loro nome, per poi consegnarli agli indirizzi della Valbelluna, comunicati in un secondo momento dal finto responsabile dell’azienda. Le ignare persone per ogni consegna ricevevano dai 15 ai 35 euro in ricariche PostePay, effettuate in diversi esercenti, quali tabacchini o ricevitorie autorizzate della Valbelluna, lasciando dei nominativi fittizi del ricaricante.

Accedendo al “dark web” o ad altri canali, il trentenne ha contattato alcune persone italiane, poi identificate e indagate per riciclaggio di denaro, per la conversione dieEuro in moneta virtuale. Nel solo 2017 sono stati rintracciati cambi di valuta corrente in bitcoin per un importo pari a 5.600 Euro. Il trentenne ha poi contattato dei nickname, in particolare provenienti dalla Germania, Nord Europa e Spagna, che vendevano le sostanze stupefacenti. Dopo aver pagato gli stupefacenti con i bitcoin, gli stessi venivano spediti agli indirizzi delle persone precedentemente reclutate negli annunci di lavoro. Una volta ricevuto il pacco contenente lo stupefacente, le persone individuate negli annunci erano contattate dal falso responsabile della società di consegne, il quale forniva loro il nuovo indirizzo per la riconsegna. Non appena giunti a destinazione i pacchi venivano recuperati dal trentenne trichianese e, in almeno un’occasione, dal quarantenne di origini pugliesi.

Dalle indagini è emerso che il trentenne trichianese ha reperito nel “dark web”, oltre all’anfetamina e alla marijuana sequestrate, anche altre sostanze stupefacenti, quali Mdma speed (generalmente composto dalla miscela caffeina e anfetamine) e ketamina.

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