Belluno °C

venerdì 19 Aprile 2024,

Al via in Veneto gli sportelli di assistenza familiare

Progetto sperimentale per aiutare a trovare badanti e per avvicinare i servizi nei casi di malattia e difficoltà. Per l’Ulss Dolomiti 60 mila euro.

Sportelli di zona per l’assistenza familiare, dove trovare una badante, orientarsi tra i servizi pubblici e privati presenti nel territorio per le famiglie e per l’assistenza alle persone, o anche solo conoscere le opportunità e i servizi di sostegno ai quali un nucleo familiare ha diritto, soprattutto nelle situazioni di difficoltà e fragilità: è quanto prevede il progetto della Regione Veneto avviato in via sperimentale in tutto il territorio regionale, coinvolgendo le Ulss e i comitati dei sindaci dei 26 distretti. La Giunta regionale finanzia con 600 mila euro la fase di avvio del servizio incentivando Comuni e associazioni di Comuni ad attivare sportelli di zona.

«La Regione ha istituito con una propria legge (la n. 38/2017) – ricorda l’assessore alla sanità e al sociale ManuelaLanzarin – il registro delle assistenti familiari con l’obiettivo di qualificare e regolarizzare il loro lavoro anche attraverso corsi di formazione. Il registro regionale delle ‘badanti’ prevede anche sportelli che siano punti di riferimento per far incontrare domanda e offerta nel territorio e possano fornire informazioni e servizi utili alle famiglie alle prese con problemi assistenziali e di non autosufficienza. Con questo progetto sperimentale – prosegue – la Regione aiuta Ulss e Comuni ad aprire in tutto il territorio regionale sportelli che siano punto di riferimento per le famiglie».

La Regione contribuisce alle spese di avvio degli sportelli con un finanziamento iniziale (60 mila euro per l’Ulss Dolomiti) e con un finanziamento di 30 mila euro all’Azienda zero per il programma informativo che dovrà collegare tutti gli sportelli. In futuro spetterà ai Comuni, in forma singola o associata, dare continuità al servizio o implementare con le nuove funzioni sportelli già esistenti. «Le famiglie hanno diritto ad avere punti di ascolto e di riferimento competenti e trasparenti ai quali rivolgersi, senza onere alcuno – conclude Lanzarin – per affrontare in modo appropriato e più sereno le difficoltà generate dalla malattia o dalle fragilità di un loro componente».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d