Mercoledì 10 luglio a Roma, davanti all’aula di Montecitorio si terrà un sit-in di sindaci e amministratori che si sono visti ingiustamente tagliati i contributi straordinari per la fusione di nuovi comuni. «L’appuntamento è organizzato dal Partito Democratico che, nella scorsa legislatura, aveva stanziato circa 46 milioni di euro per incentivare la riorganizzazione amministrativa», afferma il deputato Roger De Menech. «Spero siano in tanti anche gli amministratori bellunesi, perché nella nostra provincia il tema riguarda cinque nuove realtà amministrative e circa 25 mila cittadini».
«L’operazione avviata nella scorsa legislatura è riuscita talmente bene», ricorda De Menech, «che per la prima volta da 60 anni a questa parte il numero di Comuni in Italia è sceso sotto le ottomila unità. L’unificazione quasi sempre garantisce migliore efficienza delle macchine amministrative, cioè costano meno, ed efficacia nei confronti dei servizi resi al cittadino».
A decine i Comuni hanno colto l’opportunità, più delle previsioni iniziali e per questo i 46 milioni di euro non sono sufficienti a garantire a tutti il contributo. «Ne servono altri 35 che il governo non vuole trovare nonostante stia per varare una manovra correttiva pesantissima, oltre 7,6 miliardi di euro, quasi tutti di nuove tasse», aggiunge De Menech. Sono cinque i Comuni bellunesi che subiranno le conseguenze dei tagli: Longarone, Val di Zoldo e Quero Vas hanno avuto una riduzione di circa il 25% dei contributi, Alpago del 34%, Borgo Valbelluna (l’ultimo Comune, in ordine temporale, nato dalla fusione in provincia di Belluno) di quasi il 58%.
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