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giovedì 18 Aprile 2024,

Misurina, a fine anno chiuderà l’Istituto Pio XII, centro per la cura e la riabilitazione dell’asma

L'Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti comunica che i 12 dipendenti saranno trasferiti a Parma. I sindacati, intanto, lanciano l'allarme: «Progressivo smantellamento dei servizi».

«Una scelta dolorosa e inderogabile». Verso le 14.30 di oggi, giovedì 29 agosto, l’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti ha confermato, con una nota stampa, la notizia che circolava da ieri: il 31 dicembre cesserà l’attività socio sanitaria svolta a Misura, nell’Istituto Pio XII, centro per la cura e la riabilitazione delle malattie respiratorie del bambino e dell’adolescente. «Nonostante ogni tentativo di rilancio dello storico Istituto, di cui tanti hanno beneficiato, e nonostante i reiterati tentativi posti in essere nel corso degli anni per coinvolgere le istituzioni competenti (mostratesi sostanzialmente indifferenti), l’attività ha generato forti perdite, divenute del tutto insostenibili», si legge nel comunicato. «I 12 dipendenti a tempo indeterminato dell’Istituto saranno trasferiti a Parma, presso le strutture dell’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti, al fine di salvaguardare in ogni modo l’alta qualità professionale di coloro che hanno costituito per anni un valore aggiunto per l’Istituto, unico in Italia nel suo genere».

Trova quindi triste conferma l’allarme lanciato ieri dai sindacati e ribadito questa mattina durante una conferenza stampa. «Non appena ci è giunta comunicazione della cessazione dell’attività, siamo scesi in campo per capire le motivazioni e ieri (mercoledì 28 agosto per chi legge, ndr) abbiamo avuto un incontro con i responsabili dell’Opera», sottolinea Stefano Calvi, segretario della Fisascat Cisl. «Il problema nasce da un calo dell’utenza. Per stare in piedi l’Istituto – che, seppur privato, è convenzione con il Sistema Sanitario (Regione del Veneto) – necessita di 30 ospiti, in media. Per il prossimo settembre ce ne sono soltanto 2 e ci è stata evidenziata l’impossibilità di andare avanti». A confermarlo ci sarebbero i dati. «Rispetto alla convenzione istituita con la Regione del Veneto, in quattro anni gli introiti sono calati del 55%», fa presente Mauro De Carli, segretario provinciale della Cgil, riportando il bilancio fornito dall’Opera Diocesana. «Se a ciò si aggiunge l’analisi dei costi, questi ultimi sono più del 109% dei ricavi. La perdita è consistente».

Ma perché gli utenti sono calati in modo così drastico? «Perché la Regione ha modificato le modalità di accesso alla struttura», precisa Calvi. «Se prima bastava una semplice prescrizione medica, oggi è necessario il passaggio attraverso una commissione composta da due medici. La procedura è più complessa ed è simile a quella prevista per avere accesso alle case di riposo». L’Istituto Pio XII conta 12 dipendenti, più altrettanti collaboratori esterni. Si aggiungono i medici convenzionati. Dalla nota dell’Opera si apprende che gli assunti a tempo indeterminato saranno trasferiti a Parma, ma i sindacati, questa mattina, ha voluto far presente che molti sono bellunesi. «Già da domani incontreremo i dipendenti per capire quali strategie adottare per ricollocarli», mette in risalto Calvi. «Qualche Oss (Operatore socio sanitario) potrebbe essere spostato in casa di riposo. Ma stiamo facendo solo ipotesi. Si tratterà di valutare caso per caso».

La cessazione dell’attività fra quattro mesi sembra proprio essere senza possibilità di appello. «Le cose potrebbero cambiare solamente se la Regione del Veneto facesse delle scelte strategiche utili a mantenere in vita la struttura», affermano De Carli e Guglielmo Pisana, della Uil. Insomma, al di là delle parole e delle dichiarazioni d’intenti, servono fatti. «L’Opera Diocesana ci ha ribadito che nell’ultimo anno e mezzo le ha “provate tutte” per rimanere in piedi», aggiunge Gianluigi Della Giacoma, segretario della Cgil Funzione Pubblica di Belluno. E c’è già chi vede, al posto dell’Istituto per la cura dell’asma, una struttura alberghiera. «Ci poniamo alcune domande», continuano i sindacalisti. «Da un punto di vista sanitario è giusto perdere una peculiarità come quella di Misurina, unica a livello nazionale e terza in Europa? Abbiamo tutta l’intenzione di verificare che non si voglia chiudere il Pio XII per procedere con una successiva vendita e andare a speculare. Mentre a Misurina la situazione è quella che si sta rendendo nota, al Codivilla Putti di Cortina vediamo grossi investimenti da parte della Regione. Quali sono le scelte fatte a Venezia all’interno dei percorsi terepautici?».

I sindacati non nascondono una grossa preoccupazione. «Attenzione, il problema non è circoscritto», afferma Rudy Roffarè, segretario generale aggiunto della Csil Belluno Treviso. «Nel territorio bellunese i servizi pubblici, ma anche quelli privati (come dimostra il caso di Murisina) stanno chiudendo. La provincia dovrebbe essere attrattiva, per riuscire in qualche modo a far fronte al problema dello spopoalmento e dell’invecchiamento. Invece le criticità diventano sempre più inaffrontabili, anche per una progressiva perdita dei servizi. Un pezzetto alla volta, finché non rimane più nulla. E questo per una mancanza di una visione coordinata». La Regione del Veneto parla spesso della volontà di portare avanti un sistema socio-sanitario a rete, «ma questi buoni propositi sono disattesi se le persone devono rivolgersi alla pianura, perché le specializzazioni provinciali vengono via via smantellate». Allargando le riflessioni sul sistema socio-sanitario, secondo Pisana dietro a determinate scelte potrebbe esserci l’obiettivo di ridurre un poì alla volta il welfare pubblico, fino a renderlo residuale, se non a distruggerlo.

Tornando al caso specifico dell’Istituto Pio XII, i pazienti sono calati ma le patologie respiratorie risultano in crescita. «Conferma che la Regione non attua scelte strategiche per dirottare i pazienti su Misurina», dice ancora Della Giacoma. «Misurina è luogo ideale per la cura dell’asma e delle malattie respiratorie dei bambini e degli adolescenti, per le condizioni climatiche peculiari dell’ambiente montano. Tantissimi piccoli pazienti da tutta Italia e non solo, nei decenni, si sono curati al Pio XII». E dopo il 31 dicembre? Come si diceva, qualcuno pensa già all’ipotesi di un futuro albergo. O meglio, di un ritorno a struttura turistico-ricettiva, visto che il Pio XII, prima di diventare istituto di cura, era stato sede del Grand Hotel Misurina, divenuto poi residenza estiva dei Savoia.

14 commenti

  • Non posso neppure immaginare come faranno le famiglie dei ragazzi malati d’ora in poi, nel 2007 quando mio figlio era in rianimazione non riuscendo a dormire avevo conosciuto l’istituto Pio XII e l’allora direttore sanitario Dort.Kantar che sarebbero poi diventati la nostra speranza di cura…ma ora per le famiglie future quale sarà il loro destino? Saranno sole e angosciate più di quanto ci si possa sentire quando i nostri figli non riescono a respirare ! Che disgrazia la politica

  • Non posso neppure immaginare come faranno le famiglie dei ragazzi malati d’ora in poi, nel 2007 quando mio figlio era in rianimazione non riuscendo a dormire avevo conosciuto l’istituto Pio XII e l’allora direttore sanitario Dort.Kantar che sarebbero poi diventati la nostra speranza di cura…ma ora per le famiglie future quale sarà il loro destino? Saranno sole e angosciate più di quanto ci si possa sentire quando i nostri figli non riescono a respirare ! Che disgrazia la politica

  • io sono stato 2 anni in questa struttura, eravamo una ottantina. Sono stato benissimo. Mi hanno curato. Se non ce la fanno più vcon i soldi non mi sembra giusto, da come mi par di capire dall’articolo, che i sindacati addossino la colpa ad una volontà speculativa dell’Ente che lo ha gestito. La colpa semmai è di chi taglia la sanità, dei mefici manager delle commissioni… Se una struttura nn rende è logico venderla anziché tenerla sul groppone.

  • Molto amareggiato apprendo questa notizia ma è ovvio il calo degli ospiti in controtendenza aumento delle patologie nei bambini, se ora i 2 medici della commissione sono come quell’allergologa Ospedale di Padova che pensava di curare mio figlio allergico dalla nascita aumentando le dose e intossicandolo di antibiotici e visite private da lei a suon di centinaia di euro! ma solo Misurina e la professionalità del Pio XII è riuscita a fare in modo che nostro figlio ora diciasettenne potesse far sviluppare in modo regolare i suoi polmoni e convivere con l’asma in modo razionale non più come un incubo ricorrendo il meno possibile a medicinali nel periodo della crescita. Questo centro a nostro figlio e a noi genitori ha fatto molto e a tutti gli ospiti che ci hanno soggiornato e condiviso le cure, solo chi è passato per Misurina sa la potenzialità di questo paradiso, credo che chi ha fatto in modo che chiudesse non ha avuto famigliari o parenti o amici allergici!.

  • Non posso credere a questa notizia. Io devo tantissimo a questo centro e alla sua professionalità.
    Mio figlio asmatico, per 7 anni ho brancolato nel buio, fra allergologi e pediatri anche a pagamento che curavano l’asma non alla base.
    Con loro ho imparato a gestire la sua asma. Il personale è meraviglioso e andare lì è come entrare in un’altra dimensione. Spero riescano a trovare una soluzione.
    Ogni bambino ha il diritto di respirare.

  • Prima la salute dei bambini in particolare

  • Anche mio figlio è stato curato dal dottor Kantar la professionalità e l’umanità con cui venivano trattati i bambini era unica. Non ho parole per dire quanto mi dispiace per questa decisione e voglio sperare di possa trovare una soluzione perché davvero non capisco perché noi italiani dobbiamo buttare via le ns eccelenze

  • Sono una nonna che per cinque anni ha
    accompagnato il nipotino ( allergico agli acari della polvere ) a Misurina presso l’Istituto Pio XXII dove é stato seguito e controllato in modo veramente scrupoloso ed unico ,dato che neppure l’ospedale Meier di Firenze possiede macchinari simili a quelli dell’Istituto in oggetto. Ma il beneficio oltre ai controlli ed agli indirizzi di cura scaturiscono dalla possibilità di soggiornare in un ‘a atmosfera priva di acari e di allergeni e di poter fare lunghe camminate respirando aria salubre .Togliere questa possibilita’ ai tantissimi bambini ed adolescenti è veramente vergognoso soprattutto quando si intende fare speculazioni finanziarie . La salute non ha prezzo ma chi ha do ha denari ne vuole sempre di più S Sottolineo che questo tipo di istituto di cura é l’unico non solo in Europa ma nel mondo perché è dedicato alla fascia d’età 0 _18 anni e non alle cure polmonari generiche ma alla scoperta delle cause che procurano asma ed è situato a ben 1756 metri di altitudine. Gli istituti di Davos (Svizzera 1560 m) e un altro inFrancia ad altezza inferiore . sono cliniche per le malattie polmonari non specificatamente per l’asma . Per una volta la regione Veneto e lo Stato dovrebbero essere un poco meno burocratici e pensare un poco di più alla salute dei piccoli cittadini ed al grande aumento dei casi d’asma.Di alberghi di lusso per gente danarosa c’è ne sono anche troppi.

  • Tanto, tanto dispiaciuto di apprendere questa notizia ; sono un’ex ospite /paziente (fine anni 70) e ogni giorno ho un pensiero per Misurina e il Pio 12″ che ancora mi emoziona dopo oltre quarant’anni . Come me , centinaia di ragazzi/e , uomini , donne che pensavano di sentirsi in difetto rispetto ai loro coetanei , si .. perché respirare , signori è la base dell’ essere vivi ; respirare male è vivere in grave difficoltà , che ovviamente si ripercuote anche a livello psichico e ai famigliari . Tornare a una vita normale dopo aver avuto “fame d’aria” tutto diventa eccezionale ! A quell’epoca non era facile accedere alla struttura per chi veniva da fuori regione , ma dopo aver provato tutto quel che i medici e professori avevano a disposizione , un giorno mi mostrarono un quadro dentro cui era incorniciata la foto del Villaggio Alpino contornato da un panorama di indescrivibile bellezza ; io pensavo fosse una bugia , che neppure esistesse nella realtà . I miei genitori fecero non pochi sacrifici partecipando al costo del soggiorno per due stagioni invernali ; ma oggi posso dire : io sono stato fortunato e privilegiato a guarire dall’asma e la mia gratitudine va e andrà per sempre ad ognuna di quelle persone che ho incontrato in quel luogo magico .

  • Ho conosciuto questo ospedale nel 2007 … grazie al passaparola tra mamme alle prese con la difficoltà di trovare dei medici competenti che trattassero l’asma e le allergie del proprio figlio non solo con cure continue a base di cortisone e altri farmaci prescritte in modo sistematico senza trattare la malattia alla base nella sua complessita’ .A Misurina ho trovato persone splendide e molto professionali che per anni hanno seguito mio figlio nella cura dell’asma risolvendo gran parte dei suoi problemi ! Posso solo ringraziare i medici competenti , le persone che li lavorano x come hanno prestato le loro cure a così tanti bambini affetti da questa malattia ! Io spero si riesca a trovare una soluzione per non far chiudere questi luoghi di eccellenza che sono parte del buono di questo nostro paese Italia…X poi magari speculare in altri interessi economici molto più redditizi!!!

  • È una perdita x tutti la chiusura di qs Servizio: innanzitutto x i bambini e le loro famiglie, ma anche x tutti i contribuenti che si vedono togliere da sotto il naso via via tutti i servizi che fanno civile un popolo. Dov’è finita l’eccellenza che il Veneto a buon diritto vantava in Italia e in Europa x l’alto livello dei suoi servizi sanitari?! Dov’è l’orgoglio veneto di difendere i propri gioielli?…..

  • scusatemi ma io nel 2017 avevo gia il sentore di chiusura avendo lavorato in tale struttura carpivo gia tale decisione ….io so come e cosa poter fare per risanare e continuare e far funzionare tale servizi ma bisogna prendere a calci nel sedere certe persone li dentro che non servono a nulla ….ci sono strutture molto piu dispendiose e meno efficaci di queste che vanno avanti senza problemi ..e questa che ha un utilita gigantesca non funzione chiedetevi il perche ….da fuori non si capisce ma lavorando dentro anche i muri lo sanno …certo che non poter dare ai bambini la liberta di cura è molto triste …comunque chi puo risollevare tale servizi e far funzionare a dovere il pio dodicesimo ce basta volerlo …

  • Non essendo un istituto di proprietà Uls o regionale basterebbe che altre regioni inviassero bambini bisognose, la Curia proprietaria si facesse pubblicità a livello nazionale. Mi auguro che una struttura di questa importanza rimanga viva.

  • Salve io sono un uomo di 49 anni e io da bambino sono stato li intorno agli anni 70 75non posso credere cje nessuna istituzione non vi aiuta a farvi andare avanti nella maniera piu assoluta, io ci ho visuto un stagione e ho una tristezza enorme e bei rocordi del lo staff infermieristico che non ricordo ne nomi e ne viso pero ero cosi piccino e so cjectutti mi volevano bene sono molto commosso ad apprendere la notozia della chiisura carlo

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