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giovedì 28 Marzo 2024,

Tavolo tecnico in Prefettura sul ritorno del lupo nel Bellunese

Nessun allarme per la pubblica incolumità, ma grande attenzione da parte di tutte le istituzioni coinvolte nell’impegno a proseguire e rafforzare le iniziative di prevenzione a tutela del settore zootecnico e di corretta informazione alla popolazione.

Il ritorno del lupo sulle montagne bellunesi non rappresenta un pericolo per la pubblica incolumità, ma è un fenomeno che occorre continuare a monitorare con attenzione per i danni che esso provoca alle attività zootecniche, fondamentali per la tutela dell’ambiente montano, e per la preoccupazione che essa ingenera in alcune comunità locali. È questo l’esito del tavolo tecnico tenutosi oggi, martedì 17 settembre, in Prefettura a Belluno, alla presenza della Provincia, dei Carabinieri forestali e dei rappresentanti dei comuni di Alano di Piave, Alleghe, Alpago, Arsiè, Belluno, Borgo Valbelluna, Cesiomaggiore Chies d’Alpago, Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo, Falcade, Feltre, Fonzaso, Lamon, Limana, Livinallongo, Ponte nelle Alpi, Quero Vas, Rocca Pietore, Selva di Cadore, Seren del Grappa, Sovramonte, Tambre.

Durante l’incontro la Polizia provinciale e i Carabinieri forestali hanno fornito un aggiornamento della situazione che fa registrare un aumento della presenza di lupi nel territorio provinciale. A fronte di ciò, è stato confermato che il ritorno del predatore non costituisce un pericolo per la pubblica incolumità, sebbene alcuni degli amministratori presenti abbiano sottolineato la preoccupazione delle rispettive comunità, specie quelle residenti nelle zone più isolate. Difatti, dal secondo dopoguerra ad oggi, non si registrano casi documentati di aggressione o uccisione di persone da parte del lupo.

Sotto la lente d’ingrandimento anche il fenomeno della cosiddetta ibridazione (dovuta all’incrocio tra il lupo e il cane). Sebbene gli studi scientifici sull’argomento siano tuttora in corso, il rappresentante dei Carabinieri forestali ha evidenziato che non vi sono, ad oggi, elementi per affermare che l’animale “ibrido” possa avere, nel proprio patrimonio genetico, caratteristiche tali da renderlo più pericoloso per l’uomo. Al contrario, tale incrocio potrebbe incidere negativamente sulla preservazione del lupo.

I rappresentanti della Provincia e delle Amministrazioni comunali hanno poi illustrato le molteplici iniziative di comunicazione che si sono svolte sul tema, molte delle quali dedicate agli allevatori, categoria maggiormente danneggiata dal ritorno del predatore. Al riguardo, è emerso che le iniziative assunte grazie ai contributi regionali, tra le quali l’installazione di recinti elettrici ed acquisto di cani da guardiania, si sono dimostrate efficaci. Infatti, a fronte del maggior numero di lupi, nei primi due quadrimestri dell’anno si è registrato un calo delle predazioni segnalate di circa il 50% (63 capi predati nel periodo gennaio–agosto 2019 a fronte dei 114 dell’analogo periodo del 2018 e dei 96 del 2017).

Ciononostante, tutte le istituzioni presenti hanno ribadito l’esigenza e l’impegno a proseguire e rafforzare le iniziative di prevenzione a tutela del settore zootecnico e di corretta informazione alla popolazione con un approccio finalizzato ad assicurare un supporto informativo diretto al singolo interessato, in stretto raccordo con la Regione del Veneto e le associazioni di categoria.

1 commento

  • Mano male che le Guardie Provinciali ed i carabinieri-forestali sono dalla parte del lupo e su questo non avevo dubbi. Certo che dispiace i danni che subiscono gli allevatori a causa di questi predatori ma le problematiche per il quale soprattutto in questi ultimi anni i lupi frequentano i centri abitati credo che ormai sono ben note. Vogliamo elencarne alcune? Innanzitutto urbanizzando le montagne in lungo ed in largo anche nei luoghi piu’ remoti comprese le fasce boschive selvagge dove si potevano preservare alla presenza degli animali selvatici e di quelli da predare; abbattimento da parte della caccia di tanti specie utili alla predazione dei lupi, degli orsi e delle linci; altri motivi: Pertanto è normale che oggi questi predatori arrivino ad attaccare gli allevamenti dove per loro risulta piu’ facile la predazione. Il sapere il ritorno del lupo e dell’orso nelle dolomiti dovrebbe invece essere una notizia entusiasmante dove piuttosto lo Stato con la collaborazione delle Regioni deve rafforzare i controlli con tutti gli strumenti che ha a disposizione e non certo lo strumento dell’abbattimento se non per gravissimo pericolo alle persone. Vogliamo comprendere pur con tutti le ragioni che possono avere i nostri malgari sarebbe riduttivo che gli stessi pretendessero che lo Stato usasse la mano pesante verso i lupi per risolvere i loro problemi? Piuttosto lo Stato attraverso le Regioni conceda ai nostri malgari contributi a fondo perduto per creare recinti elettrificati con la presenza di cani pastori e magari assumere giovani disoccupati per aiutare gli imprenditori a gestire con piu’ sicurezza le loro attvità. Ma scusate, cosa vogliamo fare, uccidere tutti i lupi e gli orsi delle montagne perche predano gli animali? Andiamo verificare l’uomo cos’a’ combinato in cento anni di storia, quanti sopprusi e violenze ha commesso. Evviva i malgari ma anche i lupi.

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