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giovedì 28 Marzo 2024,

Piccole e medie imprese, le tasse sono in calo

L’Appia: «È grazie all’aumento della deducibilità Imu».

Per il sesto anno consecutivo l’osservatorio economico della Cna ha misurato, con la ricerca «Comune che vai fisco che trovi», il livello della pressione fiscale complessiva (Total Tax Rate, Ttr) che grava sulla piccola impresa, assunta come punto di riferimento del sistema imprenditoriale italiano, e individuando il Tax Free Day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, ovvero la data dalla quale gli imprenditori cominciano finalmente a produrre reddito per loro stessi e per le famiglie. La ricerca ha coinvolto 142 comuni, tra cui tutti i capoluoghi.

Dai dati di questa ricerca emerge che il Total Tax Rate per artigiani e piccole imprese finalmente arretra, un calo lieve ma importantissimo della pressione fiscale sulle aziende. L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà, infatti, sotto il 60 per cento, per la precisione al 59,7 per cento contro il 61,2 per cento del 2018, tornando quasi ai livelli del 2011, quando era al 59 per cento.

È questo il risultato dell’innalzamento al 50 per cento della deducibilità Imu sugli immobili strumentali, introdotta dalla legge di bilancio 2019, su pressione, in particolare, della Cna (la Confederazione nazionale dell’artigianato) che ne ha fatto un cavallo di battaglia. La presentazione delle analisi a consuntivo per l’anno 2018 e delle proiezioni per l’anno 2019 conferma, però, che permane un’elevata pressione fiscale complessiva sul reddito, la quale rappresenta un vincolo allo sviluppo delle imprese italiane.

«Abbiamo la dimostrazione che il carico fiscale è iniquamente distribuito a svantaggio delle imprese e, in particolare, delle piccole imprese personali. Si può dire che in Italia non esiste un’unica pressione fiscale ma tante pressioni fiscali distinte in base alla diversa natura del reddito del soggetto che lo produce. Questo naturalmente non ci piace perché gli artigiani ne vengono penalizzati. Per questo Cna è passata dall’analisi alla proposta, per chiedere al governo di invertire la rotta», commenta Alessandro Conte, presidente della Cna del Veneto.

Secondo i dati del rapporto emerge, inoltre, un progressivo aumento della pressione fiscale comunale tra il 2011 ed il 2018 che, secondo le proiezioni sull’anno 2019, arriverà a pesare sul Total Tax Rate per il 22%, nonostante nel 2015 la tassazione locale si sia ridotta per più di 2 punti percentuali per effetto del parziale riconoscimento, da parte di alcuni comuni, dell’esclusione dal calcolo dell’imposta sui rifiuti Tari delle aree destinate alla produzione di rifiuti speciali.

I comuni capoluogo veneti sostanzialmente mantengono le posizioni degli scorsi anni e hanno tutti i valori al di sotto della media nazionale, fatta eccezione per Venezia. La Total Tax Rate varia dal 54,48% di Belluno, sesto in Italia e primo dei veneti, al 58,32% di Verona, mentre Venezia, al centesimo posto, va oltre la media nazionale attestandosi al 61,10%.

Piccola soddisfazione per le imprese venete, e in particolare per quelle bellunesi, che vedono calare la quantità di giorni lavorati per pagare il fisco. In tutti i comuni veneti ora sono più i giorni nei quali le imprese lavorano per produrre reddito di quanti ne utilizzino per pagare le tasse. Fa eccezione Venezia, che rimane comunque ben al di sotto della media nazionale.

«Questo percorso virtuoso è, però, solo alle prime mosse», commenta ancora Conte. «Qualche passo in avanti è stato compiuto negli ultimi anni. Sono state, trasformate in legge alcune importanti proposte della Cna: il regime forfettario di tassazione del reddito d’impresa, il regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata, l’abrogazione degli studi di settore. A incidere sulla riduzione del Total Tax Rate è soprattutto l’innalzamento al 50 per cento della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori e i negozi, vitali per un’impresa. La legge di bilancio 2019 che l’ha prevista ha anche fissato al 2023 la loro totale deducibilità. Per rendere evidente l’immediato impatto di questo provvedimento, se fosse stata introdotta da quest’anno la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, il Ttr medio nazionale si sarebbe fermato al 57,2 per cento, il 2,5 per cento in meno rispetto al dato attuale».

Per la Cna, quindi, molto rimane ancora da fare per arrivare a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese, occorre agire senza indugio, prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso. Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, rivedere l’Irpef su autonomi e imprese personali, anticipare al 2019 la piena deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, aumentare la franchigia Irap almeno a 30mila euro, rivedere i criteri per i valori catastali, agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali, evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso l’uso intelligente della fatturazione elettronica.

Sono queste le proposte della Cna per un fisco equo e sostenibile per piccole imprese e artigiani, che sia anche leva per la crescita e lo sviluppo.

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