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giovedì 18 Aprile 2024,

A Lagole affiorano 70 nuovi reperti e tracce di strutture in terra e legno

La campagna di scavi che si è conclusa oggi, lunedì 7 ottobre, apre la via a nuove letture.

Non soltanto nuovi reperti, circa una settantina, ma anche tracce di strutture in terra e legno. La campagna di scavi conclusa oggi, lunedì 7 ottobre, nell’area archeologica di Lagole, in comune di Calalzo di Cadore, apre la via a letture nuove e interessanti: l’analisi dei ritrovamenti sarà fondamentale nel confermare la funzione dell’area e l’ipotesi che accanto agli spazi adibiti al culto vi fosse un’area produttiva di oggetti votivi. Lo studio a cui ora saranno sottoposti i reperti potrà chiarire anche quali furono le fasi di frequentazione del sito. I circa 70 oggetti rinvenuti a Lagole sono ora stati trasportati al Museo archeologico di Pieve di Cadore dove, una volta analizzati, studiati e catalogati andranno ad arricchire il patrimonio esposto e il racconto di come venisse vissuta la zona in epoca preromana e romana.

Scoperta esattamente 70 anni fa, la zona archeologica conferma quindi di avere ancora molto da raccontare. Negli anni Cinquanta vennero raccolti solo i reperti, senza indagare se vi fossero tracce di strutture. Oggi invece si scava stratigraficamente. L’ultima campagna è stata avviata lo scorso 26 agosto dalla Magnifica Comunità di Cadore e dal Comune di Calalzo, con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica del Veneto e il sostegno finanziario della Fondazione Cariverona nell’ambito del progetto “Itinerari in rete: per lo sviluppo di un turismo culturale in Cadore”: le moderne tecniche di scavo stratigrafiche hanno permesso di compiere importanti passi avanti rispetto alla precedente campagna degli anni Cinquanta, portando alla luce, esattamente settant’anni dopo la scoperta del sito, tracce di strutture e legno e terra che consentono di ipotizzare che l’area non avesse la sola funzione di luogo di culto.

I primi scavi risalgono al 1949 – 1950 e hanno permesso di ritrovare centinaia di ex voto, per lo più bronzetti, lamine con cavalli sbalzati, mestolini con il manico inciso, soldati stilizzati. Molti degli oggetti presentano iscrizioni e particolarmente importanti sono quelle in lingua venetica, che permettono una sicura attribuzione e datazione degli oggetti e del sito, oltre a fornire elementi di assoluta rilevanza sul piano linguistico. Gli oggetti risalgono al periodo preromano (civiltà paleoveneta) e romano e sono conservati tutti al Museo Archeologico di Pieve di Cadore, che peraltro ha visto un’impennata di visitatori, specialmente nel periodo estivo.

Obiettivo degli scavi condotti durante l’estate è stato comprendere, ricorrendo al metodo stratigrafico, come fosse strutturata l’area e approfondire quale fosse la sua funzione.

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