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sabato 20 Aprile 2024,

È ufficiale: nel 2020 partiranno le lezioni della Luiss a Palazzo Bembo

La business school accelera sullo sviluppo della propria presenza nel territorio nazionale aprendo l’Hub Veneto delle Dolomiti. La sede sarà nel capoluogo e l'obiettivo è diventare punto di riferimento per l'intero Nordest.

Milano, Roma e adesso Belluno. Che diventerà il terzo polo in Italia di una delle più importanti business school a livello internazionale. Dell’arrivo in provincia dei corsi della Luiss si parlava ormai da più di un anno e nei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità. La business school accelera sullo sviluppo della propria presenza nel territorio nazionale aprendo l’Hub Veneto delle Dolomiti. La sede sarà nel capoluogo, a Palazzo Bembo. I corsi prenderanno il via nel 2020.

Il piano di studi è in corso di definizione, ma da Confindustria Belluno Dolomiti anticipano che partiranno due master full time – uno in management, un altro in turismo – per neo laureati e che si aggiungeranno i corsi universitari chiamati «executive», ossia quelli rivolti a chi già lavora in azienda. La Luiss si è già recata più volte in provincia e si è confrontata direttamente con le aziende che operano sul territorio. Sono emerse tre macro aree nell’ambito delle quali le realtà imprenditoriali necessitano di formazione superiore: digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità.

«Per tutto il territorio provinciale questo è un momento storico», ha evidenziato Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno, durante la conferenza stampa in cui, martedì 15 ottobre, è stato ufficializzato l’avvio del progetto. «Dopo due anni di lavoro, possiamo finalmente annunciare l’arrivo a Belluno di un’università molto prestigiosa». Il risultato è frutto di un impegno sinergico che, assieme a Confindustria e a una quarantina di aziende, ha visto impegnati Comune di Belluno, Comune di Feltre, Provincia e Consorzio Bim.

La sede bellunese della Luiss Business School sarà il punto di riferimento per il Nordest. «Sappiamo che il tema delle competenze sarà decisivo per la competitività delle imprese e dei territori», ha aggiunto la Berton, «e con questo progetto riteniamo di mettere un altro tassello fondamentale per la creazione, in provincia, di un ecosistema favorevole all’innovazione e alla crescita economica e sociale, così come imposto dalla nuova geografia economica internazionale. Si tratta per noi di un’occasione irripetibile. E abbiamo al nostro fianco Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria nazionale, che ha creduto al progetto».

Le lezioni saranno ospitate da Palazzo Bembo, pronto a diventare uno dei più importanti centri culturali della città e non solo. «I locali per la Luiss saranno al piano terra, dove troverà collocazione anche il museo archeologico», ha anticipato il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. «Al primo piano, accanto alle sale espositive e agli uffici di In Lab, c’è un’aula magna che potrà essere utilizzata anche dalla Luiss per incontri e convegni». «Questo progetto corona un percorso virtuoso», ha aggiunto Massaro, «che vede Belluno eccellere nelle tematiche di sicurezza sociale, ambiente e, d’ora in avanti, anche nell’alta formazione. Sarà un’enorme opportunità per tutto il territorio provinciale e per le nostre imprese». Massaro, insieme a Roberto Padrin, presidente della Provincia, e a Umberto Soccal, alla guida del Consorzio Bim Piave, ha poi insistito sull’importanza di progetti come quello della Luiss per contrastare lo spopolamento. «Se vogliamo che i nostri ragazzi restino o tornino a vivere qui, bisogna creare le condizioni», ha messo in risalto Padrin. «E una di queste condizioni è rappresentata dalla formazione di alta qualità, associata alle possibilità di avere un futuro occupazionale. Con questo progetto che viene posata una pietra miliare per il futuro dei nostri giovani e del nostro territorio».

Insomma, l’unione tra pubblico e privato come fondamento per la creazione di prospettive. «Dimostrazione che, se facciamo squadra, riusciamo a far sentire lontano e a far ascoltare la nostra voce», ha detto Soccal. «Questo metodo dovrebbe essere applicato in ogni ambito».
«Se non ci sono competenze, il territorio soffre», ha evidenziato Davide Piol, vice presidente di Confindustria Belluno con delega all’alta formazione. «A livello manifatturiero la provincia di Belluno è nella top 15. Ci sono ancora però delle lacune sul fronte delle competenze e la nascita della Luiss nelle Dolomiti colmerà questa mancanza, in modo da renderci attrattivi anche nei confronti dell’esterno».

I corsi della Luiss, trattandosi di master, non avranno numeri altissimi (si parla di 10-15 persone a percorso di studi), ma l’obiettivo è essere bacino per l’intero Nordest. Chiaro che l’operazione è molto importante e di ampio respiro: lo scopo è anche vivacizzare la città e Confindustria sta già pensando a progetti relativi alla ricettività per chi sceglierà l’alta formazione a Belluno. «Ovvio che la business school si inserisce nel filone tracciato dal Contamination Hub, inaugurato a Feltre pochi mesi fa», ha precisato Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria, «e come associazione stiamo lavorando anche ad altre iniziative, sempre nell’ambito dell’alta formazione». «Arriviamo da giornate trascorse a Matera, in cui abbiamo promosso il nostro territorio», ha concluso la Berton. «L’odore dei sassi di Matera è come quello delle rocce delle Dolomiti. La città della Basilicata fino a 5 anni fa era abbandonata e ora è completamente rinata. Anche la provincia di Belluno, se lavoriamo tutti insieme, può avere davanti un futuro di sviluppo e crescita».

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