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sabato 20 Aprile 2024,

Mostra incentrata sull’Ultima Cena di Tintoretto

Personale di Sophie Westerlind, con Dolomiti Contemporanee, al Museo Diocesano di Feltre dal 29 novembre al 2 febbraio.

Una significativa collaborazione viene avviata tra Dolomiti Contemporanee, laboratorio d’arti visive in ambiente, e il Museo diocesano di arte sacra di Feltre che ospita una serie di straordinari capolavori di pittura e scultura (tra cui opere di Tintoretto, Luca Giordano e Andrea Brustolon) e oreficeria provenienti dai territori di Feltre e Belluno in un percorso dal Medioevo al Rinascimento.

La mostra personale di Sophie Westerlind (Stoccolma 1985), curata da Gianluca D’Incà Levis, in collaborazione con monsignor Giacomo Mazzorana e Tiziana Conte, rispettivamente direttore e conservatrice del Museo, viene nell’anno della celebrazione dei cinquecento anni dalla nascita di Tintoretto. L’interazione tra la pittura furiosa del Robusti e lo stile espressionista, dal forte impatto emotivo, della giovane artista svedese, si compie nelle sale dell’antico palazzo vescovile di Feltre già dedicate al contemporaneo.

Il dialogo con il maestro del Rinascimento inizia per Westerlind nel 2017, a Venezia, con lo studio dei dipinti di Palazzo Ducale, San Rocco, San Trovaso. Il lavoro di Westerlind – una continua ricerca della costruzione delle forme – inizia qui con il disegno dal vero, che le consente di indagare lo spazio pittorico tramite la variazione del segno, ponendo la base per la successiva reinterpretazione pittorica in studio. Una produzione, quella dedicata a Tintoretto, che comprende ad oggi una trentina di quadri, un centinaio di disegni, diversi gruppi scultorei in terracotta.

La coinvolgente drammaticità accordata dal maestro alle figure attraverso il movimento, è elemento centrale. In questa occasione l’artista ha dapprima lavorato col disegno dal vero su «L’Ultima Cena di San Polo», della quale una copia, con la sola scena centrale della composizione originale («La Comunione degli Apostoli»), è conservata proprio al Diocesano.

L’esplorazione del linguaggio e dell’espressività del corpo umano, nel rapporto dinamico e compositivo tra le masse vigorose e i cromatismi contrastati, è al centro di questo saggio, incentrato sulla scena del pasto condiviso, che si articola tra pittura, disegno, scultura.

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